«L’incontro con Toribio Sosa è un’altra tappa del nostro percorso di “contaminazioni”, è un’occasione di confronto con una cultura diversa dalla nostra - spiega il presidente dell’Ordine, Laura Gianetti -. Argentino di nascita, varesino d’adozione, Sosa è un punto di riferimento nell’ambito dell’architettura bioclimatica. Lo era già quando i concetti di bioedilizia e bioarchitettura erano per “pochi eletti” e certamente non così noti ed in voga come al giorno d’oggi».
Toribio Sosa non è soltanto uno tra gli architetti più rappresentativi dell’America Latina, ma anche un fautore, fin dagli esordi, dell’architettura bioclimatica. Le sue opere, che spaziano dai grandi edifici (Telecom di Spagna per esempio) all’edilizia residenziale, sono realizzate secondo criteri volti al risparmio energetico attraverso un innovativo sistema di progettazione, il cd. “eliotermico passivo”.
Basato sull’utilizzo di diagrammi solari, il progetto si sviluppa in modo da approfittare degli spostamenti dell’irradiazione solare per ottenere in forma passiva, vale a dire senza apparecchiature o strutture tecnologiche, un comfort ambientale ottimale sia durante la stagione estiva, sia durante quella invernale.
Toribio Sosa attualmente vive e lavora a Laveno Mombello, dove è approdato a seguito di un ricco e variegato percorso professionale che lo ha visto, tra le tante attività, anche docente al Politecnico di Milano e componente dello studio “MDM Architetti” di Lugano.
Tra le numerose opere di Sosa in Italia, ricordiamo un complesso residenziale-commerciale e terziario a Renate, Milano; nella provincia di Varese un edificio residenziale per anziani a Saronno ed un condominio a risparmio energetico a Leggiuno; il piano urbano del traffico e l'arredo urbano della piazza di Olgiate Molgora, Lecco, e diversi complessi residenziali.