1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Serramenti e facciate continue: com’è andato il 2019? Cosa aspettarsi ora?

Serramenti e facciate continue: com’è andato il 2019? Cosa aspettarsi ora?

Infissi e Serramenti di
Serramenti e facciate continue: com’è andato il 2019? Cosa aspettarsi ora?
5/5
votato da 1 persone
Il Rapporto Unicmi 2020 presenta i dati dello scorso anno. Vediamo anche come l’emergenza Coronavirus potrà influire sull’andamento dell’anno in corso

Che anno è stato il 2019 per l’involucro edilizio? Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2020 sul fronte dei serramenti e delle facciate continue? Troviamo le risposte nel Rapporto 2020 di Unicmi, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti.

I dati sull’evoluzione del portafoglio commesse dei serramentisti e dei costruttori di facciate sono positivi con l’aumento della percentuale di costruttori di facciate continue e di serramenti metallici che hanno registrato un incremento dell’acquisito rispetto al 2018. La progressione dei costruttori di facciate è stata determinata dalla partenza (in alcuni casi dalla “ripartenza”) di lavori di grandi dimensioni nel mercato nazionale.

Nel 2019, il Rapporto ha evidenziato un miglioramento delle performance economichee finanziarie dei costruttori di serramenti metallici e di facciate continue. Sia per quanto attiene la redditività, sia per la produttività e la solidità finanziaria, il trend, al netto dell’emergenza Coronavirus, sembrava essere positivo e lasciava ipotizzare un ritorno, nel giro di due anni, a valori molto vicini a quelli ante-crisi.

I dati del mercato dei serramenti

Il mercato del residenziale continua ad essere alimentato dalla sostituzione e, in questo scenario, i serramenti metallici, sono destinati a perdere quote di mercato a favore del PVC, che copre in modo più efficace la fascia medio-basse del mercato (che è quella preponderante). Pertanto le aziende costruttrici di serramenti metallici devono continuare a presidiare il segmento premium della domanda, puntando alla differenziazione nel prodotto e nel servizio (inclusa l’installazione), e devono ricercare spazi di crescita in altri segmenti, come le costruzioni non residenziali.

Il punto della situazione per le facciate

Il 2020 sarà nuovamente un anno positivo per i costruttori di facciate che operano nel mercato italiano. Il mercato tiene in termini di domanda, ma i margini sono bassi, per via delle forti pressioni sui prezzi eserciate dai player di maggiori dimensioni. Le aziende evidenziano una struttura finanziaria “tirata” con un forte assorbimento di cassa generato dall’entità dei crediti verso i clienti. Non essendovi certezza sullo sviluppo atteso del mercato italiano nel medio periodo e, considerando la forte pressione sui prezzi, i costruttori di facciate dovranno continuare a diversificare il rischio intensificando la presenza sul mercato internazionale.

L’emergenza Coronavirus che può cambiare sensibilmente lo scenario

I modelli statistici utilizzati per elaborare le previsioni contenute nel Rapporto non hanno tenuto in considerazione gli effetti dell’epidemia di Coronavirus (CODV-19) attualmente in corso, che si è estesa rapidamente dalla Cina all’Europa.

Gli effetti delle misure di contenimento della diffusione dell’epidemia (quali: blocco dei viaggi, chiusura delle scuole, chiusura delle attività commerciali etc.) hanno effetti diretti sulla crescita di alcuni settori e effetti indiretti sulla crescita economica.

I settori direttamente interessati dalle misure messe in campo per fronteggiare l’epidemia sono: turismo, lusso (per quella parte legata allo shopping dei turisti), trasporti e entertainment. La contrazione avviene nel periodo della stagione meno rilevante in termini di risultato annuale (bassa stagione, con l’eccezione del turismo di montagna). Anche se i dati puntuali sono allarmanti, l’impatto sull’anno in corso dipenderà in gran parte dal protrarsi delle misure messe in atto per fronteggiare l’epidemia.

Le misure di contenimento messe in atto contribuiscono a creare un clima di incertezza, che potrebbe portare alla contrazione delle spese per consumi delle famiglie. Questo tipo di spese non ha effetti diretti sugli investimenti nelle costruzioni se si protrae per un periodo relativamente limitato, ovvero inferiore ad un quarter (un trimestre). In caso di durata prolungata la contrazione della spesa per consumi compromette la crescita economica generale. Il clima di incertezza economica si riflette sulle performance delle aziende e quindi dei mercati finanziari, questo genera una contrazione della spesa per gli investimenti, che, con un ritardo di 4-6 mesi, porta al rallentamento nel settore delle costruzioni.

Ipotizzando che le misure di contenimento interesseranno solo il primo quarter dell’anno (gennaio-marzo) del 2020, possiamo stimare l’impatto sulla contrazione della crescita tra il 10% e il 15% in termini annuali. Per cui la crescita nominale attesa degli investimenti nel settore delle costruzioni potrebbe passare dal 2,4% al 2,1% nel 2020, così come la crescita del mercato delle finestre metalliche scenderebbe dall’1,6% all’1,36% e quelle delle facciate dal 4% al 3,4%.

Si tratta di stime provvisorie, che dovranno essere riviste quando saranno disponibili i dati preliminari relativi al primo quadrimestre del 2020.

Bisogna infatti considerare che, in ipotesi di prolungamento delle misure di contenimento dell’epidemia nel secondo trimestre, gli effetti sulla contrazione della domanda potrebbero essere pesanti ed arrivare fino all’azzeramento della crescita prevista. Il segmento destinato alla flessione più repentina è sicuramente quello residenziale retail, che risente immediatamente della contrazione di consumi privati. Questo segmento è essenziale in quanto oggi determina il 50% della domanda nel settore dei serramenti e delle facciate ed è oggi largamente sostenuto dagli incentivi fiscali. E proprio gli incentivi fiscali, attraverso un loro forte potenziamento nella percentuale di detrazione, dovranno giocare un ruolo fondamentale per sostenere il mercato non appena terminerà l’emergenza COVID 19 e tornerà una minima propensione ai consumi da parte delle famiglie italiane.

Quindi le valutazioni sull’impatto del coronavirus dovranno necessariamente essere riviste e aggiornate al termine del primo trimestre. Unicmi pianificherà di rilasciare un aggiornamento a fine aprile.