La sicurezza sul lavoro non nasce da nuove regole, ma da consapevolezza, prevenzione e formazione continua. È questo il messaggio lanciato con forza da Confartigianato, CNA e Casartigiani durante l’audizione alla 10ª Commissione Lavoro del Senato sul decreto legge n. 159/2025, dedicato alle “Misure urgenti per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile”. Un provvedimento accolto con favore dalle associazioni dell’artigianato, che lo considerano un passo avanti importante, ma da attuare con equilibrio.
Le Confederazioni hanno ribadito che la sicurezza deve essere vissuta come un investimento strategico, non come un peso burocratico. In questa direzione, hanno espresso apprezzamento per diversi punti del decreto: dalla revisione delle tariffe INAIL alla promozione di una cultura della prevenzione fin dai percorsi scolastici, fino al potenziamento della formazione finanziata attraverso i Fondi interprofessionali.
Al tempo stesso, è arrivato un chiaro invito a non gravare ulteriormente sulle micro e piccole imprese, già alle prese con un quadro normativo complesso. Le sigle dell’artigianato chiedono quindi che l’introduzione di strumenti come il badge di cantiere e la patente a crediti avvenga in modo graduale, con un reale confronto tra istituzioni e parti sociali.
Sicurezza sul lavoro: “no a burocrazia, sì a formazione e prevenzione”
“La sicurezza non si costruisce con nuovi adempimenti, ma con cultura, prevenzione e formazione”, hanno ricordato i rappresentanti delle Confederazioni, sottolineando come solo un approccio partecipato possa davvero ridurre il numero di infortuni e migliorare la produttività dei luoghi di lavoro.
Tra i punti più apprezzati figurano gli incentivi alla formazione e all’uso di tecnologie innovative, compresi i dispositivi di protezione intelligente (DPI smart), strumenti ritenuti essenziali per garantire ambienti di lavoro più sicuri ed efficienti.
Infine, le associazioni hanno avanzato alcune osservazioni tecniche: la richiesta di chiarimenti sulla sorveglianza sanitaria, la proroga del termine per la comunicazione PEC degli amministratori, la volontarietà della segnalazione dei “near miss” (mancati infortuni) e la necessità di evitare che i benefici occupazionali siano subordinati all’iscrizione nel Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa.
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