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S’impenna il mercato dei servizi di ingegneria

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Il mercato per i liberi professionisti, nelle diverse tipologie di organizzazione, si concentra, come prevedibile, soprattutto nelle gare con importi minori. Ecco tutti dati

Ennesimo balzo in avanti nel mercato delle gare per servizi di ingegneria e architettura. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, gli importi posti a base d’asta nei mesi di settembre e ottobre nelle gare per servizi di ingegneria “tipici” (escludendo dunque gli accordi quadro, i concorsi e le gare che prevedono anche l’esecuzione dei lavori) hanno superato i 123milioni di euro, praticamente il doppio rispetto a quanto registrato lo scorso anno nello stesso periodo. L’importo complessivo dei primi 10 mesi dell’anno sale così a circa 450 milioni di euro, il 36% in più di quanto rilevato nei primi 10 mesi del 2017. Se si considerano anche gli accordi quadro, i concorsi di idee e progettazione e gli importi destinati ai servizi di ingegneria nelle gare in cui è richiesta anche l’esecuzione dei lavori, il monte complessivo degli importi arriva a sfiorare i 155 milioni.

L’80% di quest’ultima cifra è destinato alle gare per servizi senza esecuzione, mentre gli importi destinati agli accordi quadro costituiscono, nel periodo in esame, il 15,2% dell’importo totale. Riprendono quota i concorsi di idee e di progettazioni che proseguono nel loro andamento a fasi alterne: dopo il netto calo rilevato nei mesi di luglio e agosto, fanno registrare, nel bimestre considerato, una decisa crescita che porta l’importo complessivo messo a gara a circa 740mila euro.

Dopo l’impennata rilevata nel quarto bimestre, le grandi gare con importo superiore al milione di euro rientrano nei valori standard: nei due mesi in esame esse costituiscono l’1,6% delle gare contro il 4,2% del bimestre precedente. A questa flessione corrisponde, all’opposto, un aumento del numero di gare con importo inferiore ai 40mila euro (53,1% contro il 39% dei due mesi precedenti) che, in base alla normativa vigente, potrebbero essere affidate direttamente senza dover necessariamente bandire la gara.

Notizie positive provengono anche dal versante delle gare assegnate, dato che continuano ad aumentare gli importi medi di aggiudicazione (quasi 172mila euro contro i 162 del bimestre precedente). L’onda di questa fase congiunturale positiva ricade anche sui professionisti che vedono aumentare ancora l’importo medio delle gare loro affidate: quasi 60mila euro, laddove era pari a 57.662 euro nel quarto bimestre e a 43.536 euro nel terzo. Nonostante ciò, la quota di mercato che li riguarda non evidenzia particolari scossoni, anzi fa anche registrare una leggera flessione passando dal 16,9% al 14,5%.

Il mercato per i liberi professionisti, nelle diverse tipologie di organizzazione, si concentra, come prevedibile, soprattutto nelle gare con importi minori. Nei mesi di settembre e ottobre, infatti, si sono aggiudicati il 68,2% degli importi nelle gare sotto i 40 mila euro, quasi il 40% in quelle con importo a base d’asta compreso tra i 40 mila e i 100mila euro, ma appena il 10% in quelle con importo superiore ai 100mila euro, tipologia di gare saldamente in mano alle società (73,2% delle gare e 58,9% degli importi) e ai consorzi (14,1% delle gare e 31,1% degli importi).

Passando ai ribassi di aggiudicazione, non si rilevano particolari differenze rispetto a quanto rilevato nei mesi precedenti: le stazioni appaltanti si sono aggiudicate le gare con un ribasso medio del 33,8%, laddove, nei due mesi precedenti, era il 32,4%. Torna ad aumentare, poi, anche sensibilmente, la quota di bandi in cui non è indicato il criterio utilizzato per il calcolo del corrispettivo posto a base d’asta, nonostante il correttivo al codice degli appalti pubblici abbia stabilito, all’art.14, che le stazioni appaltanti sono obbligate ad applicare il decreto “Parametri” (D.M. 17 giugno 2016) per la determinazione di tali corrispettivi: nel bimestre in esame la quota di bandi non ottemperanti sfiora addirittura il 60% (nel bimestre precedente era il 39,2%). Non appare ancora recepita dalle stazioni appaltanti nemmeno la norma che obbliga a riportare nella documentazione di gara il procedimento adottato per il calcolo dei compensi posti a base di gara, inteso come elenco dettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi, visto che, nei due mesi esaminati, la quota di bandi che allega correttamente lo schema di calcolo è pari ad appena il 14,7% (nel bimestre precedente era il 27,3%).