Sisma Centro-Italia: come dare una svolta alla ricostruzione?

Antisismica di Marco Zibetti
Leggiamo la posizione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulla ricostruzione post-sisma

Lo scorso 24 agosto è ricorso il quarto anniversario dal primo degli eventi sismici che hanno devastato il Centro Italia nel 2016. Il percorso di ricostruzione è stato tutt’altro che rapido e lineare. Come dare una svolta?

“L’augurio è che la nuova sensibilità mostrata dal Commissario per la Ricostruzione, Giovanni Legnini, anche riguardo ad un maggiore coinvolgimento delle professioni tecniche, sia il segnale di una svolta radicale nell’approccio alla ricostruzione che, a quattro anni dal sisma che devastò l’Italia centrale, sconta gravissimi ritardi”. Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Amatrice e le zone colpite dal sisma dovevano rappresentare il punto di non ritorno di una ricostruzione a misura d’uomo capace di allargare lo sguardo alla città ed ai territori del futuro con un grande progetto strutturale in grado di rivoluzionare  il Paese”.

Gli errori della ricostruzione secondo gli architetti

“Così, purtroppo, non è stato: dando la priorità alla sola ricostruzione tecnica non si è tenuto conto delle condizioni dell’abitare e (tranne alcune eccellenze), della fragilità del tessuto socio economico di gran parte dei territori, penalizzando quegli interventi di rigenerazione, fondamentali per le comunità duramente colpite, per la ripresa e lo sviluppo”.

“Ora serve una svolta vera per realizzare quel progetto di sviluppo di economia locale che coniughi la ricchezza delle risorse naturali e culturali con la necessaria innovazione in grado di rendere questi territori (pena lo spopolamento) attrattivi soprattutto per i giovani”, conclude il Consiglio nazionale.


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