Il 2024 si conferma unanno positivo per le società di progettazione aderenti a OICE, che chiudono con un fatturato in crescita dell’11,3%, raggiungendo i 4,4 miliardi di euro. Ma le stime per il 2025, pur segnalando un ulteriore incremento fino a 4,8 miliardi (+9,1%), appaiono meno rosee. Il comparto, che realizza il 26% del fatturato all’estero, registra un’espansione più marcata nei mercati internazionali rispetto a quello domestico.
A fotografare l’andamento del settore è la 41esima Rilevazione OICE/CER, presentata in un webinar molto partecipato. I dati mostrano anche un aumento significativo degli addetti, stimati in 37.000 unità nel 2025 (+6,9% sul 2024). Tuttavia, la difficoltà nel reperire personale resta critica per il 77% delle imprese, specialmente tra quelle di medie dimensioni.
I contratti legati al PNRR si confermano un elemento centrale: oltre il 74% delle società afferma che coprono almeno un quarto del fatturato. La quota di produzione collegata al PNRR è passata dal 20,6% del 2023 al 24,1% nel 2024, stabilizzandosi al 22,5% nel 2025.
Il mercato estero guadagna peso: si prevede che raggiungerà il 26% della produzione OICE nel 2025, con un incremento dell’11,5%, mentre la crescita interna sarà più contenuta (+8,3%).
In crescita anche la presenza femminile, che dovrebbe toccare il 36% degli occupati nel 2025, e quella degli under 35, che saliranno al 35%. Tuttavia, le donne nei CDA restano ferme al 23,5%.
Società di progettazione: Oice e Cer commentano i fatturati
Secondo Giorgio Lupoi, presidente OICE, “il settore continua a crescere, ma la domanda pubblica è in calo e servono investimenti stabili, anche in rigenerazione urbana e prevenzione del rischio idrogeologico. Urge inoltre trovare soluzioni per facilitare l’ingresso di giovani tecnici e professionisti”.
Per Stefano Fantacone (CER - Centro Europa Ricerche), “il contesto economico globale è entrato in una fase di profonda instabilità, segnata da politiche protezionistiche e possibili flessioni cicliche entro il 2026.”
Le sfide non mancano: dalla carenza di personale alla volatilità internazionale. Ma il settore ha le carte in regola per affrontarle, se supportato da politiche di continuità e apertura ai mercati esteri.
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