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Tracciabilità finanziaria, ASSISTAL chiede ulteriori chiarimenti

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Per le imprese che operano contemporaneamente su più appalti pubblici esiste un concreta complessità nel riuscire a suddividere i pagamenti dei fornitori e/o dipendenti ripartendoli sui singoli appalti


Lo scorso 7 settembre è entrata in vigore la legge n. 136/2010, concernente il piano straordinario contro le mafie il cui articolo 3 contiene disposizioni relative alla tracciabilità dei flussi finanziari.

ASSISTAL, Associazione Nazionale dei Costruttori di Impianti, ribadisce il suo costante sostegno a tutte quelle misure che vanno nella direzione auspicata di contrasto alle attività mafiose; di lotta al lavoro sommerso; qualificazione dei rapporti con i subcontraenti e di valorizzazione delle imprese sane.

Nonostante una prima interpretazione distensiva del Viminale fornita venerdì scorso, 11 settembre, in merito alla non-retroattività della normativa, l'Associazione non può mancare di segnalare le oggettive difficoltà di applicazione di taluni adempimenti.

Per le imprese che operano contemporaneamente su più appalti pubblici, infatti, esiste un concreta complessità nel riuscire a suddividere i pagamenti dei fornitori e/o dipendenti ripartendoli sui singoli appalti.

ASSISTAL, inoltre, ritiene necessario non restringere eccessivamente le procedure di pagamento, ritenendo ammissibili anche procedimenti analoghi al bonifico (quali RID bancari, assegni circolari e/o bancari non trasferibili) che possono egualmente garantire un controllo sui flussi finanziari.

A fronte di tutte queste perplessità, ASSISTAL ritiene necessario ottenere indispensabili chiarimenti interpretativi e applicativi proprio in virtù dell'apertura dimostrata da parte del Governo in merito alle prime precisazioni fornite.