Transizione energetica: come aiutare le imprese nel processo?

di Marco Zibetti
Le imprese chiedono norme semplici e tempi certi per favorire la transizione energetica e sostenere famiglie e piccole imprese nel settore delle rinnovabili

Semplificare per accelerare davvero la transizione energetica: è questo l’appello lanciato da Confartigianato e CNA durante l’audizione alla Camera sui decreti legislativi dedicati alla promozione delle energie rinnovabili. Le due Confederazioni riconoscono l’importanza di rafforzare il percorso verso la decarbonizzazione, ma avvertono che le nuove norme rischiano di complicare ulteriormente il quadro, appesantendo procedure e costi per famiglie e piccole imprese.
Le associazioni si dicono contrarie all’idea di calcolare gli incentivi sulla ‘produzione potenziale’ invece che su quella effettiva, misura che finirebbe per aggravare gli oneri già sproporzionati per le PMI: oltre 70 euro per megawattora contro i 6-14 euro pagati dalle grandi aziende energivore. “Il principio di effettività deve restare alla base dei regimi di sostegno”, ribadiscono, sottolineando la necessità di tutelare l’equità del sistema.
Altro nodo cruciale riguarda i Power Purchase Agreements (PPA), strumenti fondamentali per garantire stabilità ai prezzi dell’energia. CNA e Confartigianato chiedono l’introduzione di garanzie pubbliche sul rischio di credito, così da permettere anche alle micro e piccole imprese di accedere ai contratti di lungo periodo, come già avviene in Francia e Spagna.

Transizione energetica: no a nuove complicazioni burocratiche

Le associazioni criticano inoltre la scelta di introdurre un nuovo obbligo di certificazione per gli operatori del settore rinnovabili, che si aggiungerebbe al sistema già previsto dal DM 37/08. Una duplicazione che, secondo loro, rischia di creare barriere all’ingresso e penalizzare migliaia di imprese artigiane specializzate nell’installazione di impianti, vanificando il recente lavoro di aggiornamento normativo condotto dal MIMIT.
Sul fronte della semplificazione amministrativa, il decreto correttivo, spiegano, non snellisce le pratiche, ma le complica ulteriormente, soprattutto per gli impianti di piccola taglia destinati a famiglie e artigiani. L’obbligo di ottenere doppi titoli, energetico ed edilizio, potrebbe far raddoppiare tempi e costi, portando i procedimenti a durare fino a sei mesi anche per interventi minori.
Confartigianato e CNA chiedono quindi un iter unico e proporzionato all’impatto degli interventi, con la possibilità di connettersi subito alla rete una volta conclusi i pareri necessari. “Famiglie e piccole imprese sono il motore della transizione energetica diffusa - ricordano -. Servono norme semplici, tempi certi e costi sostenibili: solo così la transizione verde potrà essere davvero equa e competitiva”.


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