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Troppi i ritardi di AEEG, Governo e Parlamento sui Sistemi Efficienti di Utenza

Energie rinnovabili di
Ascomac Cogena per la Generazione distribuita di energia e la Decarbonizzazione: Il Parlamento modifichi la normativa sulle reti energetiche private


La recente interrogazione parlamentare dei CapiGruppo della X Commissione del Senato al Ministro Zanonato in materia di Sistemi Efficienti di Utenza (di cui al D.Lgs. n. 115/2008 e smi) impone una seria ed attenta riflessione, non tanto e non solo sulla puntualità dell’attività regolatoria dell’AEEG, ma e soprattutto, sul ruolo della generazione distribuita di energia, sulle reti energetiche intelligenti e sull’efficienza degli usi finali dell’energia.

Il tema in questione non è (solo) il ritardo nella attuazione delle norme da parte delle Autorità e più in generale degli Enti preposti, ma la rimozione da subito, attraverso la liberalizzazione della distribuzione con regole certe e chiare, di tutti quegli elementi di discriminazione e di limitazione della concorrenza che diversi provvedimenti, succedutisi nel tempo in via disomogenea e non coordinata, contengono. Il caso delle reti elettriche private e dei sistemi efficienti di utenza è emblematico.

L’Autorità Antitrust in occasione del recepimento della Direttiva 2009/72/CE, accogliendo le tesi esposte, ha inviato nel 2011 una segnalazione al Governo e al Parlamento (ivi compreso il Presidente della X Commissione del Senato), formulando alcuni rilievi riguardo alle possibili distorsioni della concorrenza derivanti dalla attuale disciplina dei sistemi di distribuzione chiusi.

Se è corretto richiedere nei tempi previsti l’attuazione delle leggi, in questo caso all’AEEG è altrettanto corretto, anzi doveroso da parte dei Rappresentanti eletti in Parlamento, rimuovere limitazioni della concorrenza prodotte dalle stesse leggi da essi approvate

In tal senso già dal 2008 Ascomac Cogena, a partire dai SEU, ha formulato una serie di proposte finalizzate a riqualificare i sistemi efficienti di utenza attraverso la presenza contemporanea dell'impianto alimentato da fonti rinnovabili e di unità di cogenerazione ad alto rendimento (che rendono programmabili e stabilizzano le fonti non programmabili), la previsione di una rete senza obbligo di connessione a terzi e la previsione di uno o più clienti finali o gruppi di clienti finali (Si pensi, ad esempio, ad una rete privata a servizio dei condomini o degli esercizi localizzati in un centro commerciale, che oggi, pur in presenza di autoproduzione di energia elettrica, la acquistano dalla rete con obbligo di connessione di terzi).

Gli effetti della discriminazione e conseguente limitazione della concorrenza tra reti energetiche, a danno delle reti private, si traducono di diritto e di fatto nella riduzione delle opportunità di crescita per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e in cogenerazione ad alto rendimento - che quindi sarebbero limitate ai sistemi di auto-approvvigionamento e agli impianti che immettono l’energia prodotta nella rete pubblica. Proprio quella immissione in rete, incentivata, che tanti problemi ha causato e sta causando al sistema elettrico nazionale.
In altri termini, si limita lo sviluppo del nuovo paradigma energetico costituito dalla generazione distribuita di energia trasferita e utilizzata in sito da reti energetiche intelligenti, finalizzato alla indipendenza energetica ed alla decarbonizzazione del Paese.

L’AEEG è in ritardo di tre anni. Il Parlamento di circa tre. L’Antitrust già da due anni ha segnalato al Governo e al Parlamento la questione. Sommando i ritardi, purtroppo il risultato non cambia: in cronico e puntuale ritardo, a perdere, e non solo tempo, è sempre e comunque l’Italia.


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