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Tschumi a San Benedetto del Tronto

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Il famoso architetto franco-svizzero porterà per la prima volta la propria esperienza e la propria creatività in Italia, nella città delle Marche dove dovrà realizzare una grande opera sull’area dell’ex stadio Ballarin

Sarà San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, a ospitare la prima opera italiana di Bernard Tschumi, il famoso architetto franco-svizzero.
Tschumi è attualmente coordinatore di diversi progetti in tutto il mondo, da New York a Singapore, da Atene a Dallas, oltre a essere stato l’autore del parco de “La Villette” a Parigi.

Lunedì 14 luglio, in previsione del suo impegno sul nostro territorio, ha effettuato un primo sopralluogo nell’area dimessa dell’ex stadio comunale “Ballarin” di San Benedetto del Tronto.

Infatti, incaricato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli, l’architetto franco-svizzero avrà il compito di progettare una grande opera di architettura moderna, un progetto ambizioso, per il quale verranno stanziati, sia dal settore pubblico sia da quello privato, dieci milioni di euro.

Nel corso del sopralluogo sono stati Giovanni Gaspari, sindaco di San Benedetto del Tronto, Vincenzo Marini, Presidente della Fondazione Carisap, e Alfonso Giancotti, l’architetto che ha collaborato alla realizzazione, a Roma, del “Parco della Musica” firmato da Renzo Piano, ad accompagnare Tschumi.

Quest’ultimo, che, come detto all’inizio, lavorerà per la prima volta sulla penisola italiana, ha affermato di non avere ancora un’idea precisa su cosa realizzare: la visita sul luogo dovrebbe essere servita a chiarire le sue idee.

Infatti, si sa che Tschumi ha già formulato alcune ipotesi, rimaste riservate, dopo il sopralluogo e dopo i primi incontri avuti con gli assessori, i consiglieri di maggioranza, e i tecnici comunali locali.

La discussione della seconda parte dello studio portato avanti da “Nomisma” sulla fattibilità di una “Società di trasformazione urbana” nella zona del porto di San Benedetto del Tronto è stata, invece, rinviata a un’occasione successiva.

Sull'area dell’ex stadio Ballarin, una zona limitrofa a quella portuale, il Comune marchigiano dovrebbe operare una “donazione modale”, ovvero cedere la zona alla Fondazione entro il prossimo 30 settembre, dietro il vincolo della realizzazione di un’opera pubblica, innovativa e rappresentativa della storia della città.