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Tutti i numeri del restauro in Italia

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A fronte di un’enorme ricchezza di patrimonio e competenze, vediamo qual è la spesa pubblica per beni culturali e servizi ricreativi nel nostro Paese

Il nostro Paese può contare su un patrimonio artistico e architettonico che non ha eguali nel mondo. Un “tesoro” che troppo spesso trascuriamo. Vediamo insieme quali sono i numeri del restauro in Italia.

Secondo un’analisi di Confartigianato, nel 2018 sono 3.449 le imprese registrate che operano nel settore Attività di conservazione e restauro di opere d’arte, di cui l’81,2% pari a 2.800 unità sono artigiane. Queste rappresentano una nicchia di imprese vitali, attive anche nella ricerca di personale: gli ultimi dati del Sistema Informativo Excelsior mostrano che nel 2017 sono state preventivate 1.330 assunzioni di pittori, scultori, disegnatori e restauratori.

L’attività di valorizzazione e tutela del patrimonio culturale svolta da queste imprese si associa alle competenze a servizio dei beni culturali disponibili delle imprese di installazione di impianti, nel completamento e finitura di edifici e nelle attività di servizi per edifici e paesaggio. Nel complesso si tratta di un perimetro di 422 mila imprese artigiane, il 76,7% delle oltre 550 mila imprese, al servizio di 4.026 musei e gallerie, 570 monumenti e 293 aree e parchi archeologici che complessivamente nel 2017 hanno raccolto 119 milioni di visitatori. La qualità del patrimonio culturale è un asset chiave per l’attrazione turistica: la quota più elevata di arrivi turistici che si reca nel nostro Paese si concentra in città di interesse storico e artistico (43,4% del totale arrivi).

Inoltre va ricordato che nel 2018 la lista del Patrimonio Mondiale Unesco conta 1.092 siti di cui 54 in Italia, confermando la leadership mondiale del nostro Paese davanti a Cina (53 siti), Spagna (47 siti), Germania e Francia (entrambe con 44 siti).

A fronte di questa ricchezza di patrimonio e competenze, in Italia la spesa pubblica per beni culturali e servizi ricreativi (in cui rientrano le spese per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali), che nella media del triennio 2014 e il 2016 - ultimi dati disponibili - ammonta a 7.130 milioni di euro (117 euro pro capite), risulta in calo del 26,8% rispetto alla media triennale 2007-2009 (2.608 milioni di euro in meno). Nel confronto internazionale, la spesa per attività culturali in Italia è pari allo 0,3% del PIL, inferiore alla media UE dello 0,4% e meno della metà dello 0,7% della Francia.

Infine va sottolineato che l’attività di protezione dei beni culturali svolta dalle imprese del restauro e di servizio ai beni culturali riveste un‘importanza sempre maggiore di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico che mettono a rischio anche i beni culturali: sono difatti 11.712 i beni localizzati in Comuni a rischio frane elevato e molto elevato e 31.137 quelli localizzati in territori a rischio idraulico medio.