Varese, terra di laghi e di… tsunami. Aree pedemontane e pericolosità sismica nel convegno alle Ville Ponti

Antisismica di Marco Zibetti
A poco più di un anno dal terremoto in Emilia, che ha lasciato dietro se numerose vittime e ingenti danni, a Varese un incontro per fare il punto sul rischio sismico


Sulla scia dei recenti fenomeni sismici che hanno interessato l’Emilia facendo sentire i loro effetti, con diversa intensità, fino ai nostri territori, l’Università dell’Insubria e l’Ordine degli Ingegneri varesino hanno colto la crescente richiesta da parte dei cittadini ma anche delle istituzioni, del tessuto socio-economico e dei tecnici del settore, di fare luce su questi eventi naturali e comprendere in che misura potrebbero interessare i nostri territori. Per questo motivo hanno organizzato il convegno che venerdì 16 alle Ville Ponti ha visto avvicendarsi relatori di livello per fare il punto su questo particolare argomento.

Anche se le nostre zone sono considerate a basso rischio sismico - precisa il presidente dell’Ordine, Roberta Besozzi - il ripetersi di questi fenomeni ci ha posto di fronte a numerose domande. In primo luogo, se il tutto rientra in una casistica che possa far considerare “normale” il succedersi di eventi sismici a distanza ravvicinata. In seconda battuta, ci siamo interrogati sull’opportunità di cominciare a valutare le abitazioni e gli edifici sia pubblici, sia industriali, sotto l’aspetto della loro sicurezza e introdurre criteri più severi al momento della progettazione e della costruzione”.

Dal contributo dei relatori è emerso un quadro piuttosto sorprendente e sconosciuto ai più: la Lombardia e i territori circostanti, Confederazione Elvetica compresa, sono costellati di episodi sismici fin dai tempi più remoti. Fenomeni che nei casi di maggiore portata hanno addirittura prodotto effetti eclatanti quali veri e propri tzunami in alcuni bacini lacustri. Bacini che sono attualmente oggetto di studio proprio per comprendere a fondo le dinamiche dei sismi che hanno portato ripercussioni di così vasta portata.

"La ricostruzione dell’andamento storico è importante - secondo Paolo Valisa del Centro Geofisico Prealpino - proprio per andare a determinare, su basi probabilistiche, il rischio sismico delle nostre zone". Proprio durante la sua relazione si è appreso, dalle cronache del tempo, che per esempio il 18 settembre 1601 a seguito di un sisma nel Lago di Lucerna si verificò uno tsunami di vaste proporzioni. Ciononostante, delle quattro fasce di rischio in cui è suddiviso il territorio nazionale quello lombardo è in prevalenza interessato dalla pericolosità più bassa.

Un rapido sguardo alle “faglie” pedemontane mostra tre sistemi che percorrono trasversalmente la fascia prealpina (in Lombardia ai piedi delle Alpi Orobie per giungere fino a Lecco e, verso Est, fino al Lago di Garda), la Pianura Padana e la zona ai piedi dell’Appennino emiliano. Queste fratture geologiche sono la spiegazione dei recenti sismi e identificano le aree più a rischio sotto questo profilo.

Durante questa giornata di studio e confronto si sono avvicendati relatori di livello apportando il loro qualificato contributo: dal mondo accademico, il professor Franco Mola, del Politecnico di Milano, vera autorità nel campo dell’ingegneria strutturale che ha illustrato e commentato la normativa in materia di adeguamenti statici di edifici realizzati prima dell’entrata in vigore della stessa; il professor Alberto Clerici dell’Università degli Studi di Brescia ha approfondito invece la geologia delle aree pedemontane.

Per l’Università dell’Insubria si sono succeduti gli interventi dei professori Livio Franz, Alessandro Michetti e Giordano Urbini, vero e proprio tris d’assi. Il fronte istituzionale ha visto la presenza dell’onorevole Giuseppe Zamberletti, presidente Igi - Istituto grandi infrastrutture e presidente onorario della Commissione grandi rischi, che ha effettuato l’intervento conclusivo.
Siamo molto soddisfatti del successo registrato dal convegno, è stato un evento di grandissimo interessenon solo per gli addetti ai lavori, che hanno partecipato numerosissimi - spiega il presidente - ma anche per l’intera popolazione proprio per il carattere divulgativo conferito agli interventi”.

Il convegno, che ha ottenuto il patrocinio di Camera di Commercio, Associazione Artigiani e Ance di Varese, ha rappresentato quindi un importante momento di confronto e di approfondimento per sfatare inutili allarmismi e, al contempo, prendere coscienza della realtà del nostro territorio sotto il profilo del rischio sismico. Questo è soltanto il primo di una serie di eventi sul tema che saranno organizzati sempre in collaborazione con i medesimi attori di questo primo convegno.

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