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Vegetalia ha presentato il convegno: “Il Pomodoro Colto”

Lavori pubblici di
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Gli scarti che diventano risorse: bucce e semi di pomodoro lavorato possono produrre fino a 40.000 MWh di energia all’anno.

E’ quanto emerso nel convegno “Il Pomodoro Colto” tenutosi stamattina nell’ambito di Vegetalia AgroEnergie, il Salone delle fonti rinnovabili in programma alla Fiera di Cremona fino a domani.

La recente approvazione al Senato degli emendamenti nel testo della Legge comunitaria 2009, che hanno di fatto modificato il decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152, consente la giusta valorizzazione dei sottoprodotti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’attività forestale, che vengono a pieno titolo nobilitati a ruolo di “risorsa”, diventando opportunità di reddito per gli operatori agricoli.

La dimostrazione, dati alla mano, si è avuta stamattina a Cremona nell’ambito di Vegetalia AgroEnergie, grazie al convegno “Il Pomodoro Colto”, organizzato in collaborazione con AITA (Associazione Italiana Tecnologia Alimentare), che ha focalizzato l’attenzione sull’utilizzo dei sottoprodotti della lavorazione del pomodoro a fini energetici.
In particolare, l’agronomo Angelo Lomonaco ha evidenziato che solo nel nord Italia vengono lavorate oltre 2,5 milioni di tonnellate di pomodori; da questo processo risultano “scartato” il 3% della produzione (75.000 tonnellate)

Considerando che un impianto per la produzione di energia avrebbe bisogno di circa 15.000 tonnellate di questo tipo di sottoprodotto per produrre 1 MW di energia, risulta evidente che il potenziale energetico derivante dalla lavorazione del pomodoro è di oltre 5 MW (in cinque diversi impianti). Ciò significa una produzione che può toccare i 40.000 MWh all’anno.

Questi dati testimoniano quanto siano importanti i sottoprodotti agricoli per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e sottolineano ancora una volta il ruolo fondamentale che gioca l’agricoltura in questo settore.