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Via libera al Decreto Rinnovabili: Romani, si apre una nuova stagione per l’energia

Energie rinnovabili di
Eliminato il presunto “tetto” di 8 Mw, ma a giugno verrà rivisto il sistema di incentivazione. Fortemente negativo il parere di Legambiente


Con il decreto approvato, il governo intende dare impulso alla filiera produttiva dell’energia da fonti rinnovabili contrastando le speculazioni finanziarie che gravano inutilmente sulle bollette degli italiani”. Così il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, a proposito del dlgs rinnovabiliapprovato dal Consiglio dei ministri.

Nessun taglio, nessun tetto, nessuno stop allo sviluppo del settore produttivo è stato mai previsto - prosegue il ministro - quanto piuttosto il potenziamento e la razionalizzazione del sistema per incrementare l’efficienza e l’utilizzo di questo tipo di energia, diminuendo gli oneri indiretti legati al processo di realizzazione degli impianti da essa alimentati (dall’autorizzazione, alla connessione, all’esercizio) e soprattutto eliminando l’effetto delle speculazioni finanziare che hanno approfittato del settore. Si apre dunque una nuova stagione per l’energia pulita”.

Romani sottolinea inoltre che “il decreto è in linea con il nostro obiettivo energetico nazionale: ridurre il costo dell’energia per aziende e cittadini che oggi si attesta a circa +30% rispetto agli altri paesi europei. Intendiamo raggiungerlo prima di tutto diversificando il nostro mix energetico, promuovendo quindi la produzione da fonti rinnovabili e il ritorno al nucleare.

Un obiettivo non può prescindere dall’altro. Siamo un paese manifatturiero e non possiamo consentire che le nostre aziende si presentino sui mercati internazionali gravati del peso del costo energetico eccessivo rispetto ai competitor” conclude Romani.

Il Decreto non è stato accolto con favore unanime. Questo il commento di Legambiente: “Neanche la mobilitazione di questi giorni di cittadini e aziende, associazioni ambientaliste e di settore, parlamentari di entrambi gli schieramenti, è riuscita a fermare un decreto che avrà effetti gravi e dannosi sulle rinnovabili in Italia, visibili già nel 2011”, ha dettto Edoardo Zanchini, responsabile energia e infrastrutture dell’associazione.

Per il solare fotovoltaico, imprenditori e cittadini sono lasciati nella più totale incertezza. Solo chi ha già i cantieri aperti e finirà entro maggio avrà sicurezza sugli incentivi. Da giugno entrerà in vigore un nuovo sistema con tariffe più basse ma anche un ‘limite annuale alle installazioni’ che non darà garanzie che vuole investire.

Per eolico, biomasse e idroelettrico la situazione è ancora più grave, visto che è prevista l’introduzione di un fallimentare sistema di aste al ribasso, che in passato ha già dato risultati scadenti, e solo a uno sconto sul taglio retroattivo agli incentivi, passato dal 30 al 22%”.

Legambiente sottolinea come siano stati stravolti il testo e gli obiettivi per le fonti rinnovabili della Direttiva Europea che si doveva recepire. Per questo chiederà alla Commissione europea di verificare la coerenza del provvedimento Romani con gli obiettivi vincolanti al 2020 e il Piano italiano per lo sviluppo delle rinnovabili presentato pochi mesi fa a Bruxelles.

Le rinnovabili rappresentano una scelta strategica per l’Unione Europea - prosegue Zanchini - con obiettivi vincolanti e puntuali verifiche dello sviluppo nei diversi Stati. Questo decreto va in direzione opposta, toglie certezze agli investitori ed è contro l'interesse dei cittadini italiani e del Paese.

Ma la mobilitazione ampia e diffusa dei giorni scorsi dimostra la forza delle rinnovabili e il consenso che hanno tra i cittadini, e servirà a cambiare il decreto nei prossimi mesi e spingere le energie pulite nei territori come unica alternativa all'attuale, costoso e inquinante modello energetico e a battere il nucleare”.