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Via libera al decreto sulle energie rinnovabili

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Fotovoltaico sul piede di guerra.


Il decreto legislativo di attuazione della direttiva UE n. 2009/28 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 3 marzo.

Il  testo, da cui è scomaprso il tetto a 8.000 MW agli aiuti al fotovoltaico, prevede che il regime degli incentivi attualmente in vigore sia mantenuto fino al 31 maggio 2011. Successivamente un nuovo decreto, che dovrà essere emanato entro il 30 aprile, stabilirà dei nuovi incentivi sulla base del mercato e rivedrà le quote di produzione delle rinnovabili per giungere agli obiettivi delineati dall'Europa.

Alcune associazioni di settore, pur attendendo la definizione dei decreti attuativi, si ritengono soddisfatte apprezzando lo sforzo da parte del Governo per il raggiungimento dell'obiettivo, imposto dall'Europa, del 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020 e per aver trattato in un unico decreto una materia tanto complessa. Sul piede di guerra invece il mondo del fotovoltaico che, in assenza di certezze sull'entità degli incentivi, è sprofondato nel caos vedendosi bloccare i finanziamenti dalle banche, congelare i contratti e trovandosi inoltre nell'impossibilità di attuare qualsiasi previsione per il futuro.

Il punto sul decreto attraverso i commenti dei protagononisti

Favorevoli

"Il Governo intende dare impulso alla filiera produttiva dell'energia da fonti rinnovabili contrastando le speculazioni finanziarie che gravano inutilmente sulle bollette degli italiani".

Paolo Romani, Ministro dello Sviluppo Economico

"Le rinnovabili sono un'opportunità di crescita importante per il Paese, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del pacchetto clima europeo, ma è necessario evitare inefficienze e disorsioni del mercato. Il Ministro dello Sviluppo Economico ha adottato il giusto approccio per razionalizzare il sistema di incentivazione, garantendo sia il contenimento dei costi al 2020, sia la certezza del quadro normativo, indispensabile per programmare gli investimenti".

Confindustria

"Decreto di recepimento della direttiva 202020: buone notizie per il soalre termico" (continua...)

Valeria Verga, Segretario Generale Assolterm

"In un momento storico in cui l'economia del nostro Paese porta ancora i profondi segni della crisi e le imprese hanno a fatica evitato il tracolllo, approvare il decreto sulle rinnovabili così come era stato proposto" - senza eliminare il tetto degli 8.000 MW - "sarebbe stata una manovra antieconomica ed estremamente dannosa per il mercato".

Nicola Scotti, Presidente Assistal

Contrari

"La scelta del Governo è stata irresponsabile, probabilmente non si rende ancora conto delle conseguenze economiche e sociali. Il vuoto normativo nel quale ci troviamo ha bloccato i cantieri in corso e quelli che stavano per partire. A breve si vedranno anche i drammatici effetti sull'occupazione e sulle imprese, in primis quelle italiane. Il costo in bolletta non giustifica un simile colpo di mano che non ha tenuto conto del parere delle Camere. Gli italiani pagano l'1,6% per il votovoltaico contro l'8% dei tedeschi".

Ganni Chianetta, Presidente di Assosolare

"Lo schema del decreto legislativo nel testo adottato dal Consiglio dei Ministri è palesemente illegittimo sotto il profilo costituzionale in quanto viola uno dei principi cardine del nostro ordinamento giurdico che p la certezza del diritto e la tutela
dell'affidamento ed è in contrasto altresì con le norme internazionali della Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo. Inoltre è un atto arbitrario del Governo senza l'intesa delle Regioni che si sono pronunciate su un testo sostanzialmente diverso da quello approvato dal Consiglio dei Ministri. Sono state inoltre violate le prerogative parlamentari e, in particolare, la delega conferita al Governo. In altre parole il Governo ha adottato un testo con finalità opposte a quelle fissate dal Legislatore".

Pietro Pacchione, Consigliere Delegato di APER

"Il decreto come approvato determina sin da subito effetti pesantemente negativi quali il ricorso immediato alla cassa integrazione straordinaria (stimabile in oltre 10.000 unità direttamente impegnate nel settore), il blocco degli investimenti
per i prossimi mesi di oltre 40 miliardi di euro, il blocco delle assunzioni e la perdita di qualificati posti di lavoro. Inoltre
subiranno un blocco immedito gli ordinativi già in corso per un valore di circa 8 miliardi di euro e i contratti già stipulati per
circa 20 miliardi di euro. Tutti gli investitori nazionali e internazionali si sono fermati attendendo la pubblicazione di un
nuovo sistema incentivante".

Valerio Natalizia, presidente di Gifi

"Che si voglia normare il mercato... va bene! Che il decreto contenga anche cose positive... è vero! Quello che ci si aspetta però dalle Istituzioni, e soprattutto dal Ministero dello Sviluppo Economico, è di affrontare le cose al momento giusto (non dopo due mesi che è entrato in vigore il terzo Conto Energia) e con modalità adeguate che non destabilizzino il mercato (si è praticamente bloccato) introducendo la solita incertezza che, come risultato finale, porta inevitabilmente al blocco di qualunque investimento. E' quest'ultimo il vero problema che sta mettendo seriamente in difficoltà centinaia di imprese del settore".

Gianluca Aiazzi - CEO System Photonics

"Abbiamo bisogno di certezze, come la necessità di capire a quanto ammontino i tagli e da quando saranno applicati. Si rischia di creare, infatti, una situazione di stallo che porta a una paralisi del mercato e al pericolo di fuga all'estero di aziende che investono in Italia. Il nostro Paese presenta infatti un altissimo potenziale per il fotovoltaico, con ampi margini di crescita per questa tecnologia, anche per quanto riguarda la potenza installata, e in una situazione economica come quella che stiamo attraversando, non è possibile creare incertezza in uno dei mercati che negli ultimi mesi ha meglio performato e creato sicuramente importanti opportunità di lavoro. Il rischio reale è che il perdurare di tale situazione possa ostacolare lo sviluppo di un settore ritenuto fondamentale per i prossimi anni nel Paese. Siamo d'accordo nel rivedere le condizioni che attualmente regolamentano il mercato, ma questo va deciso in tempi rapidi, in modo da sapere da subito che direzione prenderà lo sviluppo di questo settore. Un quadro normativo chiaro e duraturo permetterebbe sicuramente di prevedere meglio gli investimenti, garantendo maggiore sostenibilità alla filiera, e di evitare speculazioni, ma questo deve essere fatto il prima possibile. Enfinity è presente in Italia dal 2007, e devo purtroppo sottolineare che l'incertezza di questi giorni rischia solo di scoraggiare gli investitori esteri che guardano al nostro Paese con interesse".

Francesco Zorgo - AD Enfinity Italia

"Sembra quasi far parte di un disegno divino che si sta manifestando al nostro cospetto in materia di produzione di energia: da una parte le pericolose tensioni provenienti dai Paesi produttori di petrolio e gas che rendono rischiosa ed instabile una politica incentrata su tecnologie fossili, alle quali si aggiungono in questi giorni anche i grossi dubbi sull'opportunità di intraprendere una politica dell'atomo che possa essere davvero utile al nostro Paese, considerando le sue caratteristiche sismiche, dall'altra il tempismo del Governo nel congelare gli incentivi al fotovoltaico creando inceretezze proprio laddove abbiamo solo grandi ed incoraggianti risultati sia di efficienza che di realizzabilità degli interventi. Non è necessario sottolineare ulteriormente quanto già evidenziato molto bene da altri operatori dle settore: è evidente come la modalità attuativa di questa decisione compromette l'effettiva capacità di attrarre nuovi investimenti stranieri nel nostro paese, anche a medio termine".

Francesco Nastatsi, Country Manager Italy, Latitude Solar

"Premettendo piena fiducia all'azione di Governo che siamo sicuri darà il dovuto sostegno al settore FV, crediamo siano necessari alcuni correttivi all'ultimo decreto sull'Energia Rinnovabile per evitare una perdita di "appeal" del mercato. In particolare, come prima cosa pensiamo all'inserimento di un periodo di salvaguardia degli investimenti in corso, che vada oltre i soli 2 mesi previsti dal nuovo decreto. Il secondo punto cardine riguarda l'assoluta necessità di evitare un limite fisso annuale di capacità incentivabile in favore di un sistema totalmente sbilanciato sul modello tedesco, dive si lascia al mercato la possibilità di autoregolarsi con conseguentipiù o meno tagli in tariffa in base alla sua velocità di crescita. Infine, riteniamo che il nuvo conto energia debba avere una durata periodica non inferiore ai 5 anni e che la percentuale di taglio alle attuali tariffe incentivanti non superi il 20%, in accordo con quanto esposto dai massimi esperti del settore durante la scorsa conferenza europea sul FV a Valencia".

Fabio Patti, Managing Director, Yingli Green Energy Italia



* Questo articolo è tratto da Comunicare Energia, N° 2 Mar-Apr 2011.

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