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Workshop Safe sulle rinnovabili.

Ecologia e tutela ambientale di
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A Roma la “tavola rotonda” organizzata da Safe sul tema delle biomasse e biocarburanti

Il Safe (Sostenibilità ambientale Fonti Energetiche), ha organizzato lo scorso 18 luglio presso la Camera dei Deputati in Via del Seminario, un interessante Workshop dal titolo “‏Bioenergie: un sogno nel cassetto?"

L’ associazione no profit che svolge la propria attività in stretta collaborazione con le imprese, istituzioni e università., ha proposto un tavolo di discussione per comprendere in che modo le energie alternative, ed in particolare biomasse e biocarburanti, possano rispondere problema energetico nazionale

Importanti gli interventi in programma per la giornata: la dottoressa Giulia Dramis del centro studi del Safe ha illustrato lo scenario relativo alle fonti rinnovabili parlando dell’alto apporto energetico dato ancora dalle fonti fossili, esprimendo forte preoccupazione per il calo di energia elettrica proveniente dall’idroelettrico in Italia.

La Dremis ha poi citato alcuni dei problemi di rete che vedono nell’eolico un’icona della carenza infrastrutturale. In particolare ha evidenziato uno sbilanciamento tra nord e sud, che crea un problema di dispacciamento dell’elettricità ‘verde’.

Il Presidente del Safe, Raffele Chiulli, ha dunque espresso la necessità di investimenti per la creazione di una rete robusta e ben magliata.

Un ulteriore ostacolo alla sviluppo delle rinnovabili, resta poi il disorientamento che si crea al mercato mediante i costanti cambi delle normative in materia: servono, quindi, regole più chiare, semplici e durature per avere un mercato stabile e rassicurante per gli investitori.

Significativo è stato anche l’intervento del direttore del centro studi del Safe Adriano Piglia, che ha trattato il tema del potenziale delle biomasse nel panorama delle energie rinnovabili italiane.
“I nostri boschi si estendono su 10 milioni e mezzo di ettari e sono in crescita, questo unito al miglioramento della silvicoltura portano a pensare ad un patrimonio dato dal solo recupero delle risorse. Il potenziale agricolo con i suoi 15 milioni di ettari coltivabili di cui 8 per la semina 4 per il pascolo non forniscono certamente lo spazio per uno sviluppo dei biocarburanti ma forniscono un notevole potenziale dato dal riutilizzo delle risorse date dagli scarti delle varie. Si deve inoltre calcolare che il campo agricolo soffrirà nei prossimi anni di una forte competizione con l’estero è quindi importante dare nuovi sbocchi alla nostra agricoltura dato che l’UE non darà modo di attivare politiche protezionistiche.”

Jean Preston,Consigliere Ambasciata degli Stati Uniti, ha quindi allargato a livello globale il panorama delle fonti rinnovabili mostrando quali meccanismi regolano l'incentivazione delle fonti rinnovabili negli Stati Uniti, la cui struttura normativa e' rappresentata dall' "Energy Independence and Security Act", che prevede al 2030 un incremento progressivo della produzione dei biocarburanti.
La politica statunitense mira inoltre al conseguimento di un triplice obiettivo, ovvero l'investimento in nuove tecnologie "pulite" (quali le celle a combustile, l'energia solare e nucleare, il sequestro della CO2), il loro trasferimento ai Paesi emergenti ed a quelli in via di sviluppo ed, infine, l'implementazione degli strumenti della cooperazione internazionale

Le opportunità per i paesi in via di sviluppo in questo settore sono

molte: sebbene, infatti, i biocarburanti aumentino i costi del cibo da

un lato dall’altro creano un aumento del reddito e dei posti di lavoro

il tutto a patto che vengano sviluppate in modo sostenibile.

Nel corso della tavola rotonda, moderata da Riccardo Ballesio, Direttore Safe, Antonio Michelon, Principal Consultant Cap Gemini, ha poi parlato di sostenibilità economica delle fonti rinnovabili affermando che le fonti rinnovabili più convenienti sono le biomasse il biogas e l’eolico.

Per il responsabile dell’Enea, Carlo Manna, non c‘è un’alternativa allo sviluppo sostenibile e sebbene non si debba bloccare lo sviluppo è necessario non immettere altra CO2 in atmosfera. Questo è ottenibile, secondo Manna, tenendo conto di tutte le fonti rinnovabili ma soprattutto puntando all’efficienza energetica