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KCC2016 - resoconto dell’evento di Graphisoft per i suoi utenti

Software edilizia di
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A due settimane dall’evento, Fabrizio Diodati, Product Manager di GRAPHISOFT Italia, racconta la sua esperienza al Graphisoft Key Client Conference

Dal 12 al 14 giugno s’è svolta a Budapest l’edizione 2016 della Key Client Conference di Graphisoft. Pubblichiamo di seguito il resoconto redatto da Fabrizio Diodati, Product Manager di Graphisoft Italia.

Il KCC, acronimo per Key Client Conference, è un evento biennale (quest’anno giunto alla sua terza edizione) organizzato da Graphisoft per i suoi utenti. L’idea su cui si fonda è quella di organizzare un incontro con gli utenti per condividere con loro le direzioni principali dello sviluppo di Archicad e raccogliere il loro feedback, ascoltando le loro esigenze e per capire le loro aspettative. Questa attitudine all’ascolto di Graphisoft è uno dei valori aggiunti al prodotto che viene sviluppato anche in base ai suggerimenti e alle richieste degli utilizzatori.

Innanzitutto, prima di passare alla descrizione di quello che è accaduto, facciamo un attimo di chiarezza sul termine “Key Client” che non ha una diretta traduzione in italiano se non “Cliente Chiave”. Non necessariamente un Key Client deve essere un cliente con un grande numero di licenze o una archistar, potrebbe anche essere un cliente piccolo ma con grande esperienza del programma o grandi capacità nel cogliere e capire le esigenze del mercato. Nel nostro caso, abbiamo invitato due realtà italiane che, non a caso, hanno appena siglato un accordo con Graphisoft Italia per una collaborazione strategica nell’introduzione del BIM in Italia: D.Vision Architecture e Minnucci Associati. D.Vision Architecture, nella persona di Mauro Cattaneo (nella foto), BIM Manager, ha anche avuto l’onore di essere sul palco per presentare le proprie esperienze (tutte Italiane) di progettazione BIM con, ovviamente, Archicad.

Domenica 12 - il giorno del benvenuto
Clienti da tutto il mondo sono arrivati a Budapest, al Corinthia hotel, e hanno cominciato a registrarsi all’evento e a fare conoscenza tra di loro. Personalmente ho incontrato e re-incontrato vecchie amicizie come Djordje Grujic (utente Archicad da lunghissimo tempo, che ha scritto il suo primo articolo su Archicad una ventina di anni fa), Karl Ottenstein, dal Montana, chi consulta Archicad Talk non può non conoscerlo, e molti altri. Conoscenza e condivisione delle esperienze, assieme ad una grande passione, sia per il proprio lavoro di progettista che di utente Archicad, sono la chiave di questo evento che permette a tutti di poter parlare ed esprimersi liberamente, godendo delle esperienze di ognuno: in una sola parola, la “passione” è quello che contraddistingue questo evento particolare.

Lunedì 13 - il vero inizio dell’evento
Ci sono stati degli interessantissimi interventi che si sono susseguiti:
David Philp, UK BIM Task Group, ha condiviso la sua esperienza a proposito di quello che sta accadendo in UK in merito all’adozione del BIM. Molti spunti interessanti per la situazione Italiana, dove le cose si stanno muovendo molto più lentamente.
Viktor Varkonyi, amministratore delegato di Graphisoft, che gli utenti italiani hanno recentemente conosciuto durante l’evento “CEO meets the users” da noi organizzato, ha dato una panoramica sugli obiettivi futuri, sulla situazione del mercato e a proposito della posizione chiave di Graphisoft nell’ecosistema di soluzioni di Nemetschek.
Dopo una veloce pausa caffè (di nuovo, occasione per incontrarsi e parlare) sul palco è salito Patrick MacLeamy, buildingSmart, US. Impossibile non conoscerlo… forse non sapete chi è ma di sicuro avrete visto almeno una volta il grafico della curva che prende il suo nome, la curva di MacLeamy. Il suo discorso sul perché si debba adottare la metodologia BIM è stato chiaro ed illuminante con la capacità tipica, di chi sa di cosa parla, di un eloquio piacevole e mai noioso. Tutto inizia col BIM. L’architetto usa la modellazione 3D per controllare le varianti e testare le prestazioni dell’edificio direttamente nella fase iniziale della progettazione per poter ottimizzare l’intero flusso di lavoro. Il progetto viene poi consegnato all’appaltatore che semplifica il processo di costruzione grazie al BAM (Building Assembly Modeling – Modellazione dell’Assemblaggio della Costruzione), che permette una significante riduzione dei costi di costruzione. Una volta concluso, il BAM passa al proprietario/committente e diviene BOOM (building owner operator model – il modello del proprietario per l’esercizio dell’edificio). Questo permette al proprietario di gestire l’edificio nel tempo e di assicurare l’ottimizzazione delle prestazioni dell’edificio attraverso il suo intero ciclo di vita.
Infine, dopo questo illuminante intervento, sul palco due “campioni” di altissimo livello:
Kazumi Yajima, Kajima, Giappone. Un chiaro esempio dell’uso di una soluzione BIM come Archicad in una realtà che è più simile ad un’industria che ad uno studio di architettura: Kajima è la prima compagnia nipponica di costruzioni.
Daniel Fernandes, FAA, Brasile. Daniel ha raccontato della sua esperienza nell’uso di vari software BIM e di come, alla fine, abbia abbandonato Revit per abbracciare la soluzione di Graphisoft. Unico rimorso? Non averlo fatto prima!
Nel pomeriggio, come molti avranno seguito, la prima mondiale assoluta di Archicad 20 (qui potete vedere la registrazione su Youtube).  In realtà la prima “vera” è stata quella italiana, organizzata da GRAPHISOFT Italia durante la visita di Viktor Varkonyi in Italia… ma per eleganza, tralasciamo questo dettaglio. La dimostrazione di Archicad 20 è stata trasmessa in diretta streaming a cui hanno partecipato migliaia di persone. Tutto è andato liscio come l’olio e tutti abbiamo potuto godere delle nuove interessantissime novità introdotte da questo aggiornamento.
La giornata si è conclusa con una esposizione di Andrew Patterson, di Pattersons Associate, Nuova Zelanda, che ha illustrato nei dettagli il progetto usato come emblema per la versione 20: il Len Lye Centre.
La sera, una splendida cena tenutasi al palazzo del Parlamento di Budapest, un’occasione unica per condividere e discutere in una location veramente suggestiva.

Martedì 14
La giornata è iniziata con un interessantissimo intervento di Gabor Bojar (fondatore di Graphisoft) sull’evoluzione della comunicazione nei secoli. Intervento in perfetta sintonia con il nucleo principale della nuova versione: la “I” di BIM, ossia l’attenzione sull’importanza delle informazioni contenuto nel modello ed accessibili a tutti coloro che partecipano al suo ciclo di vita, progettazione - costruzione - esercizio.
Subito dopo le presentazioni di altri Key Client:
Naveen Dath & Daniel Potts, Cottee Parker, Australia
Mauro Cattaneo, BIMFactory, Italia
Carlos Jimenez, Liverpool, Messico
Frederico Ramos, AEDAS, Singapore

Il nostro Mauro Cattaneo ha illustrato le attività di BIM Factory con un accento particolare al progetto per l’espansione dell’aeroporto di Fiumicino, dove Archicad ha giocato un ruolo principale essendo stato utilizzato come strumento di coordinamento del progetto sotto tutti i punti di vista: architettonico, strutturale e impiantistico. Un chiaro esempio dell’efficacia dell’approccio Open BIM.
Nel pomeriggio infine 4 interessantissimi workshop si sono ripetuti in 3 blocchi:
La progettazione algoritmica con Rhino-Grasshopper-Archicad (Erik Havadi)
L’importanza delle informazioni nel BIM (Nathan Hildebrandt)
L’architettura Lego nell’ambiente BIM (Rob Jackson)
Archicad 20 svelato (Eniko Pauko)

In conclusione, questo evento internazionale è stato un grande successo
. Come ci si aspetterebbe, con questo tipo di conferenze, abbiamo assistito ad un sacco di lezioni e seminari. La maggior parte di questi interventi poteva includersi in due grandi categorie: l’importanza dei dati nel progetto e i casi studio. Una forte attenzione è stata posta su Open BIM, IFC, e sui valori principali del BIM e quindi di Archicad. I casi studi dei clienti sono stati unici, cosa che non ci sorprende. Utenti da tutto il mondo hanno parlato dei loro studi di architettura e delle loro esperienze. La dimensioni dei loro uffici variava dal piccolo (meno di sei persone) all’incredibilmente grande (migliaia e migliaia di impiegati), e i progetti illustrati spaziavano ugualmente in tutte le direzioni, dal residenziale, al progetto emblema di Archicad 20, ai grandi grattacieli e ai progetti di infrastrutture.

Nonostante tutto questo, una delle parti migliori della Key Client Conference sono state le occasioni di discussione che sono occorse al di fuori delle presentazioni formali dal palco. Il senso di “comunità” e la condivisione delle proprie esperienze sono stati entusiasmanti. Questo ha evidenziato quanto sia fortemente proattiva la comunità Archicad e quanto tengano a questo tutti i dipendenti di Graphisoft. Molti dei facenti parti dello staff di Graphisoft erano originariamente utenti, o si sono uniti all’azienda appena terminati gli studi di architettura, molti sono nell’azienda da moltissimi anni senza aver perso l’entusiasmo dei primi giorni. Allo stesso modo, il gruppo di utenti presenti includeva anche beta tester, consulenti, professionisti, esperti, rivenditori, ecc. Proprio come tutti gli utenti erano lì a testimoniare il loro amore per il software, così i dipendenti Graphisoft erano li per la loro passione per Archicad. È stato incredibile, un’esperienza unica che ha testimoniato la passione, sia da parte degli utenti che da parte degli sviluppatori, per questo strumento di lavoro che usiamo tutti i giorni.

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