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Africa: opportunità per il futuro

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Buone performance per il mercato delle costruzioni soprattutto nel nord Africa


Il futuro è in Africa: o meglio, come sottolinea il Cresme nel suo rapporto “Africa ed economie emergenti”, l’estero può essere una risposta concreta alla crisi.
Le principali economie emergenti, i cosiddetti BRIICS (Brasile Russia India, Indonesia Cina e Sud Africa) già oggi rappresentano il 24% del Pil mondiale.

Nel 2008, il Pil dell’Egitto è cresciuto del 7,2% quello del Marocco del 5,6 ma soprattutto non è una crescita episodica ma legata ad uno sviluppo permanente e strutturale di quelle economie.
I paesi africani non rappresentano più solo un bacino di risorse naturali destinate per lo più all’esportazione nei paesi sviluppati, ma un mercato dalle potenzialità enormi. Se ne sono accorti, Cina ed India che abbinano gli aiuti a fondo perduti ai paesi africani, ad altre tipologie d’intervento allo scopo di favorire solide e durature relazioni economiche e commerciali.

La crescita è trainata anche dal mercato delle costruzioni che nel continente africano ha assistito ad un vero e proprio boom. Negli ultimi otto anni gli investimenti sono cresciuti ad un ritmo medio dell’8,5% toccando i 167 miliardi di euro
Ma come si muovono le imprese italiane sui mercati africani e che opportunità reali ci sono per quelle che ancora non sono presenti? Limitando la nostra analisi alle aziende del settore delle costruzioni, quelle con partecipazione italiana operanti in Africa sono 142, il 19,3% del totale, e di queste 73 sono attive nei paesi del Nord Africa e 69 nell’area sub sahariana.

Il volume d’affari dei grandi general contractors italiani già nel 2007 ha superato quello delle imprese americane e francesi, attestandosi al di sotto solo dei colossi cinesi. Se le grandi imprese italiane quindi sono ben strutturate da anni in Africa, non altrettanto si può dire di quelle medie e medio piccole: la politica italiana negli ultimi anni ha trascurato completamente una strategia organica che fosse in grado di fornire un valido supporto alla presenza imprenditoriale sul territorio.

All’inizio del 2009, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha presentato il “Piano Africa” volto a colmare proprio questo gap: si tratta di una iniziativa importante, anche in vista del previsto avvio nel 2010, della Zona di Libero scambio euro mediterranea, che nel medio periodo vieterà o limiterà i dazi doganali e altre restrizioni equivalenti per arrivare ad un libero mercato fra le sponde sud e nord del Mediterraneo.

Il Piano Africa prevede una serie di iniziative che vanno dalle missioni istituzionali con imprese al seguito a missioni specialistiche, incontri bilaterali e partecipazioni alle principali fiere di settore.
I grandi progetti infrastrutturali varati in molti paesi africani, specie della fascia mediterranea sono una grande opportunità per le imprese italiane. A titolo di esempio ricordiamo i “power pools”, quattro grandi progetti che coinvolgono imprese private e pubbliche dei paesi dell’area sub-saharina, volti a potenziare e mettere in rete le infrastrutture di produzione e distribuzione dell’energia.

Più vicini a noi i progetti infrastrutturali in Nord Africa: Anas in Algeria si è già aggiudicata la direzione lavori di un lotto da 3 miliardi di euro per la costruzione di 400 km di autostrada dall’est all’ovest del paese, e l’ Agence nationale des Autorutes, l’Anas algerina, assegnerà l’opera con una gara dedicata alle imprese italiane che già operano nel paese.
A questi progetti di interesse pubblico, si affiancano anche notevoli investimenti nel settore turistico, specie in Egitto, con al costruzione di nuovi hotel e villaggi vacanze.

In conclusione possiamo dire che, in tempi di crisi come questi, emergeranno le imprese che sapranno cogliere le occasioni offerte dai mercati di queste economie emergenti.
Ma mai come oggi il futuro è stato all’estero ed in Africa in particolare.