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Ance e Legambiente sul nuovo condono: scelta miope e contro il bene del Paese

Lavori pubblici di
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“Necessario invece - ha sottolineato Buzzetti - un serio piano di riqualificazione delle nostre città e di messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico"


Stop agli abbattimenti e via libera a tutte le costruzioni abusive
anche in aree vincolate, in zone pregiate, in aree a rischio idrogeologico. Il disegno di legge in discussione al Senato mercoledì 31 ottobre, primo firmatario il senatore Francesco Nitto Palma, potrebbe sanare anche edifici per i quali cui era stata bocciata la richiesta di condono ai sensi della Legge, e tutto ciò che è stato costruito sulle coste, in aree archeologiche, nei boschi, lungo i fiumi e i laghi.

Questo disegno di legge può fare quello che fino ad oggi nessuno aveva avuto il coraggio di proporre - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -: sanare tutto il cemento illegale anche nei luoghi più belli e delicati d’Italia cancellando anche le sentenze di demolizione già passate in giudicato e inaugurando una nuova colata di cemento, favorita dalla riapertura dei termini del condono. Come se non bastassero gli scempi consumati finora, le vittime del dissesto idrogeologico alimentato dall’abusivismo edilizio, gli affari sporchi consumati dalle ecomafie o le oltre 258mila abitazioni illegali costruite dal 2003 a oggi, per un fatturato in nero di 1,8 miliardi di euro”.

Legambiente ha lanciato quindi un appello che è possibile firmare sul sito dell’associazione (http://www.legambiente.it/il-parlamento-discute-un-nuovo-condono-edilizio) e seguire tramite twitter (#nocondonoedilizio) per fermare il disegno di Legge che andrebbe a tutto vantaggio dei più furbi e a totale danno di chi rispetta le leggi: i cittadini che chiedono le concessioni edilizie, le imprese di costruzioni che lavorano onestamente, i sindaci impegnati a tutelare il territorio che amministrano, le forze dell’ordine e i magistrati che si battono per affermare il rispetto delle norme.

All’appello hanno già aderito, oltre al presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Libera Luigi Ciotti, lo scrittore Roberto Saviano, il magistrato della Procura Generale di Napoli Donato Ceglie, il Presidente del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori Leopoldo Freyrie, il presidente Consiglio nazionale geologi Gianvito Graziano, il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, il sindaco di Pollica Stefano Pisani, il giurista Stefano Rodotà, il Presidente Istituto Nazionale di Urbanistica Federico Oliva, il Presidente Avviso Pubblico Andrea Campinoti, il siondaco di Lampedusa Giusi Nicolini, lo scrittore Carlo Lucarelli e l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Angela Barbanente.

Il nostro Paese ha bisogno di interventi di messa in sicurezza del territorio, di risanamento ambientale, di riqualificazione del patrimonio edilizio - ha concluso Cogliati Dezza -. L’esatto contrario della politica dei condoni, che ogni volta produce nuovo abusivismo, moltiplica i cantieri illegali, saccheggia ed espone a nuovi rischi i territori, blocca i tentativi coraggiosi di procedere agli abbattimenti, che se pure con difficoltà in qualche parte d’Italia si cominciano a fare. Ora basta. Chiediamo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e al governo di impedire questo ennesimo scempio dell’ambiente e della legalità”.

L’ipotesi di un nuovo condono edilizio è una scelta miope e contro il bene del Paese”. Questo, invece, il commento del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti.

L’Ance da sempre si oppone ai condoni che premiano l’abusivismo a discapito delle imprese che operano correttamente e nella legalità - continua il presidente dell’Associazione nazionale costruttori - per questo motivo appoggiamo incondizionatamente l’appello di Legambiente contro il ddl”.

Al contrario, ciò di cui il Paese ha veramente bisogno - conclude Buzzetti - è un serio piano di riqualificazione delle nostre città e di messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, a partire dalle scuole, dagli ospedali e dagli edifici pubblici, che devono essere i primi luoghi in grado di garantire la salvaguardia dei cittadini. Progetti utili sotto il profilo sociale e da un punto di vista economico in grado in questo momento di crisi di dare una spinta alla ripresa del Paese”.