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Ance: spese aumentate del 17% nel Def. Manca una politica radicale sui tagli agli sprechi

Lavori pubblici di
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Buzzetti: “Stato ed Enti locali facciano una corsa virtuosa a ridurre la spesa corrente per liberare investimenti e far ripartire l’economia altrimenti sarà l’ennesima occasione mancata”


Comprendo le ragioni di Regioni e Comuni, che hanno fatto grandi sacrifici in questi anni di crisi, ma qualcosa non deve aver funzionato a dovere se le spese correnti sono cresciute del 17%, mentre contemporaneamente quelle per investimenti sono state quasi dimezzate”, commenta il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti.

Non si trasformi il dibattito sul Def in una diatriba tra amministrazioni centrali e locali a chi taglia di meno. Facciamo il contrario: una corsa virtuosa a cominciare dall’amministrazione centrale a chi riesce a risparmiare di più per far ripartire lavoro, occupazione e crescita economica”, spiega il Presidente Ance.

D’altronde in questi anni di crisi l’assenza di una politica radicale sui tagli agli sprechi ha fatto sì che “l’aumento indiscriminato delle spese correnti sia andato a pesare quasi esclusivamente su cittadini e imprese, in particolare quelle dell’edilizia, sotto forma di pressione fiscale”, dice Buzzetti ricordando che a pagare il conto più salato è stata la casa, vero bancomat per lo Stato e i Comuni, visto che si è passati dai 9 miliardi di entrate dell’Ici del 2011 ai circa 24 miliardi del 2014 con l’Imu più Tasi. “E’ ora di varare una vera local tax stabile per almeno tre anni, più equa e interamente gestita dai Comuni”.