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Architetti: bene la priorità di Delrio alla sicurezza di scuole, territori e al piano città

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Leopoldo Freyrie: “Serve inoltre tornare ad investire sulle iniziative edilizie sane, dare credito al mercato edilizio, alle imprese di costruzioni medie e piccole”


“Concordiamo sulle priorità indicate dal Ministro Delrio nel corso dell’audizione alla Commissione Ambiente della Camera circa la priorità da dare al piano per il sistema idrogeologico, a quello per la sicurezza delle scuole e al piano città, interventi questi che, però, devono essere affrontati sinergicamente ed avere come obiettivo strategico di lungo periodo la rigenerazione urbana sostenibile.E’ quello che chiediamo da sempre: fermare le grandi opere per puntare, invece, su un grande progetto di rigenerazione sostenibile delle città e dei territori”. Così il Consiglio Nazionaledegli Architetti sull’audizione del Ministro Delrio alla Commissione Ambiente della Camera.

Serve inoltre tornare ad investire, pena non riuscire a cogliere i pur timidi segnali di ripresa, sulle iniziative edilizie sane, dare credito al mercato edilizio, alle imprese di costruzioni medie e piccole. La strada da intraprendere, ma serve farlo subito, è quella di intervenire sul patrimonio edilizio del Paese, sulle città, poiché trainanti per la ripresa, a meno che non si voglia definitivamente affossare il comporto dell’edilizia, saranno i settori del rinnovo e della riqualificazione”. Spiega Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Anche noi siamo del parere, come ha affermato lo stesso Ministro Delrio all’indomani della sua nomina, che le uniche Grandi Opere sono quelle utili, non c’è nulla di più utile, e che bisogna intervenire sulle città, sulle scuole, sui territori, in balia del dissesto, per garantire sicurezza e un habitat migliore ai cittadini italiani”.

Quanto poi ai progettisti, esclusi da qualsiasi politica di sostegno e di incentivi e che più degli altri stanno pagando la crisi dell’edilizia, rischiando di essere definitivamente tagliati fuori dal sistema, raccapriccianti sono i dati che emergono dal XVII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati: ad un anno dal conseguimento della laurea il reddito mensile di un architetto è pari a 726 euro netti, ben al di sotto della media rispetto agli altri professionisti”.

C’è da augurarsi a questo punto - conclude Freyrie - che le Università italiane smettano di illudere inutilmente gli studenti su futuri possibili sbocchi professionali di alcuni corsi di laurea e che, in un impeto di trasparenza, rendano noti i dati di AlmaLaurea”.