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Case sugli alberi: in Veneto sono assimilabili agli alberghi

Ecologia e tutela ambientale di
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La Giunta regionale ha approvato una deliberazione che stabilisce i requisiti di classificazione, le modalità di apertura e di esercizio, gli spazi e i servizi minimi di interesse turistico necessari

Alloggiare in una casa sugli alberi? Una sistemazione sicuramente singolare e da oggi anche una vera e propria tipologia di struttura ricettiva turistica in ambienti naturali riconosciuta dalla Regione del Veneto.
 
La Giunta regionale, infatti, ha approvato una deliberazione che stabilisce i requisiti di classificazione, le modalità di apertura e di esercizio, gli spazi e i servizi minimi di interesse turistico necessari, le prescrizioni igienico-sanitarie, di sicurezza, edilizie, urbanistiche e paesaggistiche necessarie per la realizzazione e la gestione delle nuove strutture ricettive denominate “case sugli alberi”.
 
“La nostra è la regione turistica più importante d’Italia - sottolinea il governatore veneto Luca Zaia - perché lo dicono i 70 milioni di presenze e i 17 miliardi di euro di fatturato, ma anche perché lo dimostra la capacità di interpretare la continua evoluzione della domanda turistica nazionale ed internazionale. Non è nel nostro dna accontentarci e cullarci sugli allori: continuiamo, in stretta collaborazione con le associazioni di categoria del settore, ad assicurare dinamicità a un’offerta già molto variegata e non a caso siamo i primi a favorire lo sviluppo del cosiddetto ‘turismo emozionale’. Il riconoscimento delle case sugli alberi come strutture ricettive è un importante traguardo, ma stiamo lavorando, anche attraverso deroghe e agevolazioni, all’affermazione di nuove forme di ospitalità che sicuramente avranno sempre più interesse e mercato in Italia e all’estero, come il glamping, dove soggiorno all’aria aperta e glamour si fondono, ma anche le houseboat, gli alloggi nelle valli da pesca, ecc.”.
 
“Le case sugli alberi - conferma l’assessore regionale al turismo - sono una delle tipologie di strutture ricettive in ambienti naturali disciplinate dalla normativa regionale ed è la prima che provvediamo a regolamentare, prevedendo di occuparci nel prossimo futuro anche di alloggi galleggianti su fiumi e canali, di palafitte collocate stabilmente su superfici acquee, di spazi abitabili all’interno di grandi botti di legno e di alloggi ricavati in cavità naturali, come le grotte”.
 
“È un modello di ricettività già presente in altri Paesi - prosegue l’assessore -, un’esperienza innovativa che garantisce una fruizione turistica del tutto originale e sostenibile del patrimonio territoriale, compatibile con l’ambiente. Una forma di ospitalità che contribuirà a valorizzare soprattutto quelle aree del Veneto di grande pregio paesaggistico e naturalistico, un prodotto che contribuirà a innalzare ulteriormente la competitività turistica delle nostre terre”.