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Confprofessioni: Pubblica Amministrazione, i peggiori pagatori sono Comuni, Asl e Ministeri

Lavori pubblici di
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Record negativo per Catanzaro, male anche il Ministero dell’Economia. I più virtuosi, il Comune di Trento e il Ministero delle Infrastrutture, che pagano prima della scadenza


Sebbene la legge imponga alla Pubblica Amministrazione di pagare i propri fornitori con tempi compresi tra i 30 e i 60 giorni, una parte rilevante dei principali Comuni capoluogo di provincia, delle Regioni, dei Ministeri, delle grandi Asl e di alcuni enti pubblici continua a non rispettare questa scadenza.

L’Ufficio studi della CGIA di Mestre ha analizzato i siti web delle Pa che, per la prima volta, entro lo scorso 30 aprile avevano l’obbligo di pubblicare la tempestività dei propri pagamenti riferiti al primo trimestre di quest’anno. Dalla fotografia scattata dalla CGIA emerge una situazione 'a macchia di leopardo'. Mentre i Comuni, le Asl e alcuni Ministeri presentano dei ritardi inaccettabili, le Regioni e alcuni enti pubblici hanno 'sforato' in misura abbastanza contenuta o hanno addirittura saldato i propri fornitori in anticipo rispetto ai termini contrattuali.

Tra le 21 aziende sanitarie locali prese in esame, una per ogni regione, la peggiore pagatrice è quella del Molise, con oltre 126 giorni di ritardo rispetto ai termini contrattuali. Seguono l’Asl di Bari (66 giorni), quella di Palermo (quasi 43 giorni) e quella di Cagliari (31 giorni). La più virtuosa, invece, risulta essere l’Asl Umbria 1 di Perugia, che paga i propri fornitori quasi 23 giorni prima della scadenza. Nell’ambito sanitario non sono tuttavia disponibili i dati di 5 Asl (Torino 1, Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Roma A, Napoli 1 centro, Catanzaro).

Con oltre 144 giorni di ritardo, Catanzaro è maglia nera in Italia tra i Comuni capoluogo di regione. Seguono Perugia, con quasi 90 giorni di ritardo, Roma capitale, con quasi 83 giorni, e Venezia, con quasi 65 giorni. Trento, invece, salda i pagamenti ai propri fornitori con quasi 23 giorni di anticipo rispetto alla scadenza. I Comuni che non hanno ancora aggiornato il sito sono 5: Aosta, Campobasso, Potenza, Palermo e Cagliari.

E’ molto singolare che a far registrare il ritardo maggiore nei tempi di pagamento sia il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il dicastero guidato da Pier Carlo Padoan, infatti, salda i fornitori con ben 82 giorni di ritardo. Segue lo Sviluppo Economico, con uno 'sforamento' di quasi 38 giorni e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con quasi 29,5 giorni di ritardo. Di rilievo, invece, la performance del Ministero delle Infrastrutture: rispetto alla scadenza contrattuale, i pagamenti vengono effettuati quasi 23,5 giorni prima della scadenza. Sono ben 6 i ministeri che, tuttavia, non hanno ancora messo on line i propri dati (Interno, Giustizia, Ambiente, Lavoro, Istruzione e Beni Culturali).

Tra le Regioni, il Piemonte è l’ente territoriale che presenta i ritardi di pagamento più rilevanti: rispetto ai termini contrattuali, salda le fatture ricevute dai fornitori dopo 38 giorni. La Regione Lazio, invece, ritarda di oltre 19 giorni, mentre il Veneto di quasi 18,5 giorni. Di rilievo lo 'score' del Friuli Venezia Giulia, chi lavora per questa Regione è pagato in anticipo sulla scadenza di 11 giorni. Non male anche le performance di Emilia Romagna e Lombardia, in queste due realtà le fatture vengono saldate con 5 giorni di anticipo sulla scadenza. Sono tuttavia 9 le Regioni che non hanno rispettato la scadenza o inserito nel proprio sito dei dati parziali (Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e la Provincia autonoma di Trento).