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Coronavirus: le 9 proposte verdi per il rilancio dell’economia

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Coronavirus: le 9 proposte verdi per il rilancio dell’economia
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“La svolta green è possibile e diremmo anche necessaria”, scrivono al Governo Viscontini e Bonacini, presidenti rispettivamente di Italia Solare e di Ater

Questo momento così negativo può rappresentare, perlomeno, un’occasione per una ripartenza green della nostra economia. Lo pensano Paolo Rocco Viscontini e Simone Bonacini, presidenti rispettivamente di Italia Solare e di Ater, associazioni che rappresentano il settore delle energie rinnovabili.

“La svolta green è possibile e diremmo anche necessaria - scrivono -, in quanto una serie di interventi ben mirati, praticamente tutti a costo zero o molto modesto, quindi senza cassa integrazione e/o sussidi, consentirebbero al nostro settore di creare oltre 100mila di posti di lavoro,contribuendo anche in modo significativo alla ripresa del PIL nazionale dopo il tremendo rallentamento di questo drammatico periodo”.

Nella lettera al Governo, le associazioni illustrano nel dettaglio i principali interventi, ritenuti non più procrastinabili, sia per realizzare un vero Green Deal, sia per contribuire in modo significativo alla ripresa per il post-emergenza Coronavirus.

Le 9 proposte in una lettera al Governo

1. Modifica sostanziale della legge sui controlli degli impianti fotovoltaici incentivati

Le associazioni chiedono di sospendere la finalizzazione del Decreto Controlli, sbloccare immediatamente i pagamenti congelati degli incentivi, sicuramente appostati in una riserva ad hoc nei bilanci del GSE, quindi senza alcun onere per i cittadini. E in fine la messa a punto di una nuova legge basata su sanzioni più lievi che vadano a punire gli errori, laddove è corretto e ragionevole punire, senza compromettere la sopravvivenza di società e impianti.

2. Partenza rapida ed efficace delle Comunità Energetiche

Le associazioni raccomandano la massima velocità e impegno affinché vengano varate tutte le norme che permettano l’attuazione delle Comunità Energetiche in tempi certi e con modalità chiare, semplici ed efficaci. Le sole Comunità Energetiche sono in grado di creare decine di migliaia di posti di lavoro specializzati, nella promozione, strutturazione finanziaria, progettazione, installazione e manutenzione.

3. Riattivazione del meccanismo della cessione del credito con modalità attente alla tutela di artigiani e piccole imprese

4. Sblocco e velocizzazione degli iter autorizzativi per i nuovi impianti fotovoltaici, a partire dagli impianti fotovoltaici a terra associati ad attività agricole e pastorizie

Le associazioni richiedono un intervento rapido ed efficace per accelerare gli iter autorizzativi per i nuovi impianti fotovoltaici che ad oggi sono bloccati a livello regionale. Il fotovoltaico può aiutare il settore agricolo e pastorizio se vengono previste delle normative di adeguata coesistenza tra le diverse realtà. Per raggiungere gli obiettivi del PNIEC il fotovoltaico a terra non è solo una necessità ma anche un’opportunità.

5. Agevolazione (lato autorizzazioni e lato GSE) per revamping e repowering di impianti fotovoltaici esistenti

Il revamping degli impianti fotovoltaici deve essere promosso e agevolato in primis dallo stesso GSE, tramite importanti semplificazioni, mentre il repowering degli impianti fotovoltaici esistenti senza aumento di superficie deve poter avvalersi di procedure semplificate che non prevedano autorizzazioni.

6. Effettiva reintroduzione del meccanismo dei TEE (Titoli di Efficienza Energetica, detti anche Certificati Bianchi) a sostegno degli impianti fotovoltaici

Le associazioni sollecitano una definitiva risoluzione di tutti i problemi che hanno portato a una inapplicabilità di fatto dei TEE agli impianti fotovoltaici. Era un meccanismo che ci veniva invidiato da tutti i paesi europei per la sua appropriatezza ed efficacia, ma purtroppo un'incomprensibile serie di annullamenti su migliaia di pratiche e la cancellazione dalla lista degli interventi ammessi lo hanno reso ad oggi praticamente non più utilizzabile.

7. Supporto alla diffusione degli accumuli elettrochimici e della mobilità elettrica

Le associazioni auspicano un’efficace politica industriale che supporti lo sviluppo degli accumulatori elettrochimici, necessari per svincolare definitivamente il sistema energetico dai combustibili fossili. A supporto della diffusione degli accumuli elettrochimici occorre definire procedure autorizzative semplificate e garantire che gli accumuli possano accedere a tutti i mercati dove sono regolati i servizi che gli stessi accumuli possono tecnicamente svolgere, mantenendo condizioni che tengano conto della sostenibilità economico-finanziaria dell’investimento. Parallelamente è necessario accelerare la diffusione della mobilità elettrica, e definire un serio programma di sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

8. Immediato sblocco alla riforma del dispacciamento e di tutte le soluzioni di partecipazione degli impianti fotovoltaici al mercato dell’energia e ai servizi di rete

Per massimizzare l’efficacia del contributo della fonte solare, e al fine di valorizzarne appieno le potenzialità, è indispensabile garantire pieno accesso ai mercati dei servizi, in cui gli operatori forniscono ai gestori di rete specifici servizi in grado di garantire l’equilibrio della rete. Il settore chiede che anche gli impianti fotovoltaici possano accedere a servizi quali il MSD (Mercato dei Servizi di Dispacciamento), la regolazione di tensione e i servizi di demand response.

9. Introduzione dei presupposti utili a consentire l’offerta di prezzi dinamici e tariffe differenziate in base alle ore di consumo per massimizzare l’uso dell’energia rinnovabile

Le tariffe di rete dovrebbero essere differenziate a seconda dell’ora di utilizzo in modo da avere valori più bassi quando si verifica un eccesso di offerta di energia, in modo da rendere più conveniente l’acquisto di energia nelle ore in cui producono le rinnovabili, secondo una logica di mercato che dà benefici senza causare alcun costo addizionale al sistema.

A sostegno dell’economia si parla spesso di investimenti infrastrutturali, immediatamente associati a migliaia di nuovi posti di lavoro e a cantieri del valore di miliardi di euro. “Il nostro timore - scrivono i due presidenti - è che si confonda ancora una volta la parola ‘sviluppo’ con cemento, strade e mattone, quando in realtà è opinione ormai consolidata e diffusa, anche tra i più autorevoli economisti, che si tratta di vero ed efficace sviluppo soprattutto se riguarda il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, in primis tramite la difesa dell’ambiente in cui vivono, partendo proprio da tutto ciò che serve per la lotta ai cambiamenti climatici”.

Le raccomandazioni riportate nella lettera riguardano interventi in grado di salvare migliaia di vite umane, grazie alla riduzione dell’inquinamento, ma anche di creare occupazione, PIL, indipendenza energetica e sviluppo industriale e strategico di lungo periodo. Il tutto a costi praticamente nulli, grazie anche alle entrate fiscali che il settore fotovoltaico garantirà una volta ripartito.