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Coronavirus: quali saranno gli effetti sugli investimenti in edilizia?

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Coronavirus: quali saranno gli effetti sugli investimenti in edilizia?
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La stima è stata presentata, insieme a un quadro di dettagliate analisi, nell’ambito del seminario di CRESME LAB sullo scenario di mercato, il think tank analitico del CRESME

Tutti i settori dell’economia italiana devono far fronte agli effetti dell’emergenza sanitaria, dettata dal Coronavirus, che ha colpito il nostro Paese. Anche l’edilizia, ovviamente. Vediamo cosa prevede il Cresme per ciò che riguarda gli investimenti in costruzioni.

Secondo le stime, c’è il concreto rischio di vedere in fumo 34 miliardi di investimenti nel 2020. La stima è stata anticipata, insieme a un quadro di dettagliate analisi, nell’ambito del seminario di CRESME LABsullo scenario di mercato, il think tank analitico del CRESME al quale partecipano attivamente importanti industrie e distributori del settore delle costruzioni. Il seminario si è tenuto in remoto il 26 marzo nell’ambito della nuova rete di connessioni (CRESME LAB Remote Think Tank) che il CRESME sta sviluppando. Fra 25 giorni è prevista una seconda previsione e l’avvio di una nuova operatività per CRESME LAB, di carattere non solo analitico, ma tattico e strategico.

In base alle analisi svolte, edilizia e genio civile, includendo investimenti in nuova costruzione e manutenzione straordinaria, potrebbero subire una contrazione (valutata a valori costanti) del -22,6% rispetto al 2019. A titolo di paragone, nel 2009, l’anno più nero per le costruzioni italiane durante la crisi, la flessione degli investimenti era stata del -9,6%.

Va inoltre considerato che prima dell’emergenza sanitaria le costruzioni sperimentavano una fase di crescita che andava consolidandosi; le attese a fine 2019 erano infatti confortanti, con una crescita complessiva del +2,4% (che dava seguito al +3% dell’anno passato), trainata dall’attività nuova costruzione (specialmente in ambito infrastrutturale). Gli investimenti attesi nel 2020, valutati a valori 2019, erano quindi pari a circa 141 miliardi di euro; le stime preliminari del Cresme indicano, invece, che ci si potrebbe fermare ad appena 107 miliardi di euro, una perdita potenziale, appunto, pari a 34 miliardi di euro. Se invece si guarda al dato del 2019 (138 miliardi), la caduta è quantificabile in 31 miliardi di euro.

Al livello settoriale, l’impatto sull’attività edilizia coinvolgerebbe in egual misura sia il comparto residenziale sia quello non residenziale (pubblico e privato). Gli investimenti in nuove abitazioni potrebbero crollare di oltre un quinto rispetto al 2019 (-22,6%), mentre più pesante potrebbe essere il blocco dell’attività di ristrutturazione, quantificabile in un -23,5% della spesa. Il settore residenziale potrebbe quindi perdere, rispetto alle attese di inizio 2020, 3,9 miliardi di nuova costruzione e ben 13,2 miliardi di ristrutturazioni. Numeri parimenti negativi potrebbero riguardare il settore non residenziale (-23% per la nuova costruzione privata, -27% per la nuova costruzione pubblica, -30% per la riqualificazione in ambito privato e -27% in ambito pubblico), che equivalgono a 3,2 miliardi per il non residenziale nuovo privato (-1,3 miliardi per il pubblico) e 6,8 miliardi per la riqualificazione privata (-1,7 miliardi per quella pubblica). Seppur di minore entità, potrebbe essere drammatico anche il dato sui minori investimenti in opere infrastrutturali, che crollerebbero del -12,6%, sia in ambito di nuova costruzione (-2,5 miliardi), sia in ambito di manutenzione straordinaria (-1,9 miliardi).

Su quali basi sono state fatte le previsioni?

Alla base di questo scenario vi sono assunzioni sull'entità e sulla durata del blocco dell’attività imposto al settore nel quadro di contenimento dell’epidemia in atto:

• quasi totale sospensione dei cantieri per un trimestre per le nuove costruzioni non di pubblica utilità;

• quasi totale sospensione dei cantieri per un trimestre per gli interventi di riqualificazione edilizia (salvo riparazioni improrogabili, si consideri che nei mesi fra marzo e maggio viene effettuato il 35% degli interventi)

• parziale sospensione dei cantieri per le opere del genio civile di nuova costruzione e di manutenzione straordinaria (ad esclusione infrastrutture strategiche, edilizia sanitaria, ecc.)

• ripartenza improntata alla cautela da giugno a ottobre.

Si tratta di ipotesi che, come tali, saranno oggetto di revisione nelle prossime settimane, a mano a mano che la situazione andrà delineandosi.