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Decreto ricostruzione: cosa chiedono le imprese?

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Decreto ricostruzione: cosa chiedono le imprese?
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Carlo Resparambia, coordinatore dell’Area sisma dell’Ance, è stato sentito in audizione in Senato nell’ambito dell’esame del Decreto Ricostruzione

Il nuovo Decreto Ricostruzione (DL 3/2023) nei territori colpiti dal terremoto è all’esame del Parlamento. In quest’ambito, è stata sentita in audizione presso la Commissione Ambiente e Lavori pubblici del Senato l’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili.

Carlo Resparambia, coordinatore dell’Area sisma, ha ricordato in premessa che il testo prevede una serie di articoli volti a disporre misure urgenti per garantire la continuità, la tempestività, la semplificazione e l’efficacia dell’attività mirata alla ricostruzione nelle zone dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici verificatisi negli anni 2009 e 2016. Il Capo I introduce in particolare misure urgenti per gli eventi sismici verificatisi nella Regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria a far data dal 24 agosto 2016.

Ha quindi evidenziato alcuni dati sull’attuale stato della ricostruzione del cratere sismico del Centro Italia. La stima complessiva dei danni prodotti dal sisma 2016 al patrimonio pubblico e privato del Centro Italia colpito è pari a 26,5 miliardi di euro. Cifra destinata a lievitare, dato l’incremento elevato dei prezzi dei materiali edili registrato negli ultimi 12 mesi, così come dichiarato anche dall’ex Commissario per la Ricostruzione del Centro Italia, Giovanni Legnini.

Al 31 dicembre 2022 risultavano liquidati alle imprese esecutrici per la ricostruzione privata circa 2,5 miliardi di Euro (fonte: Rapporto di fine mandato Comm. Legnini). Alla medesima data risultavano inoltre erogati 935 milioni di euro per opere pubbliche.

In sostanza, a 7 anni solari dal sisma, la ricostruzione (ossia la somma della ricostruzione pubblica e di quella privata) ha raggiunto, se pensiamo al valore economico liquidato per la privata ed erogato per la pubblica, il 12% della stima complessiva dei danni prodotti dal sisma, soprattutto grazie al lavoro svolto dalla Struttura commissariale negli ultimi 2 anni.

Mentre le fasi di progettazione ed istruttoria, propedeutiche al rilascio del contributo per la ricostruzione, hanno goduto di una significativa semplificazione ed accelerazione negli ultimi anni, la ricostruzione materiale continua a progredire con lentezza. Diversi e complessi sono i fattori che determinano questo stato delle cose. Se ne citano alcuni: le difficoltà del mercato dei crediti fiscali derivanti da interventi coperti da incentivo; il persistere delle problematiche dei rincari ed in parte dall’irreperibilità dei materiali; il dinamismo normativo che ingenera, a volte, problematiche sul fronte attuativo e di coordinamento (ultimo caso quello delle cosiddette unifamiliari, estromesse con il DL aiuti quarter - pensiamo per un solo errore di penna - dal novero dei casi ammessi al superbonus); la complessità e indeterminatezza di alcuni istituti (si pensi ad esempio alle varianti o piuttosto ai controlli a campione).

Risulta pertanto evidente che molto ancora c’è da fare per le popolazioni e per le attività produttive del Centro Italia.

Pur in presenza di un quadro di Norme e di Ordinanze che molto hanno aiutato negli ultimi due anni all’avvio della ricostruzione, è necessario considerare quest’ultima come una realtà dinamica, che ha pertanto bisogno di un monitoraggio costante e di continui interventi normativi.

Il provvedimento è apprezzabile perché testimonia la volontà concreta del Governo di proseguire nell’obiettivo di imprimere una rinnovata accelerazione al processo di ricostruzione e rilancio del cratere sismico del Centro Italia.

Le proposte dell’Ance per il Decreto Ricostruzione

L’ Ing. Resparambia è quindi passato ad illustrare alcune proposte, nate dal confronto costante con il Sistema Associativo delle zone terremotate e con le principali imprese impegnate nella ricostruzione, volte a garantire la tempestività, la semplificazione e l’efficacia dell’attività mirata alla ricostruzione e riguardanti in particolare:

- utilizzo dei crediti fiscali ricondotto ai meccanismi previsti per l’erogazione dei contributi;

- requisiti previsti per unifamiliari cratere sismico;

- previsione della remissione in bonis al contribuente per la comunicazione dell’asseverazione di efficacia degli interventi ai fini della riduzione del rischio sismico;

- maggiori poteri al Commissario;

- stabilizzazione utilizzo combinato del prezzario unico del cratere e dei prezzari regionali;

- revisione costante, su base ISTAT, del costo parametrico;

- ampliamento casi per il quali è prevista la maggiorazione del contributo concedibile;

- norma che stabilisca che la perdita del contributo si verifica solo dove ciò è specificamente previsto;

- interventi volti ad agevolare ed accelerare la rimozione e la gestione dei rifiuti derivanti dalla demolizione degli edifici pubblici e privati;

- pacchetto di proposte su qualificazione Soa, autonomia negoziale nella stipula dei contratti di appalto, varianti e controlli;

- proroga delle agevolazioni tariffarie di energia, gas e acqua;

- possibilità utilizzo contributo anche per le unità collabenti comprese all’interno di aggregati edilizi.