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Dissesto idrogeologico: cosa è stato fatto finora?

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Dissesto idrogeologico: cosa è stato fatto finora?
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Andiamo a scoprire i dati del primo rapporto ReNDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) sul dissesto idrogeologico

La recente, drammaticaalluvione che ha colpito la Sardegnaha riportato di prepotenza l’attenzione sulla piaga italiana del dissesto idrogeologico. Vediamo allora cosa si sta facendo per evitare il ripetersi di simili tragedie.

L’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha diffuso il primo rapporto ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), la piattaforma nazionale utilizzata permonitorare tutti gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati, dal 1999 ad oggi, attraverso piani e programmi di competenza del Ministero d’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Ammonta a quasi 7 miliardi la cifra stanziata in 20 anni dal Ministero dell’Ambiente della tutela del Territorio e del Mare per far fronte al dissesto idrogeologico in Italia, per un totale di oltre 6 mila progetti finanziati. Alluvioni (48%) e Frane (35%) le categorie di intervento più sovvenzionate.

Stimato, in base alle richieste caricate nel ReNDiS, anche un primo importo complessivo necessario per la messa in sicurezza del territorio: le richieste superano i 26 miliardi di euro.

La piattaforma ReNDIS si compone di due sezioni: quella del “monitoraggio”, attiva dal 1999, dedicata agli interventi già finanziati, e quella “istruttorie” di recente costituzione (2015), incentrata sugli interventi non ancora in programmazione e di cui è stato richiesto il finanziamento.

Gli altri dati dal rapporto ReNDiS

Secondo i dati della sezione monitoraggio, la Sicilia è la regione con il maggior importo finanziato (789 milioni di euro per 542 interventi), seguita dalla Toscana (602 milioni di euro per 602 interventi), dalla Lombardia (598 milioni di euro per 544 interventi) e dalla Calabria (453 milioni di euro per 528 interventi).

Per quanto riguarda i tempi di attuazione, il campione analizzato nel rapporto evidenzia una durata media di quasi 5 anni, ma con un'ampia variabilità ed un 10% di casi considerati “critici” poiché si protraggono per oltre i 10 anni. Questo dato presenta variazioni su base regionale, ma non si riscontrano significative differenze tra nord, centro e sud. Si evidenzia invece una lieve crescita lineare dei tempi medi con l’aumentare dell’importo dell’opera.

Per quanto riguarda invece le richieste di finanziamento, contenute nell’area istruttorie, sono oltre 7.800 le proposte progettuali caricate e ad oggi attive nel ReNDiS, per un importo complessivo che supera 26 miliardi. Questo dato rappresenta, in prima approssimazione, una stima del fabbisogno teorico per la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale, da attuarsi attraverso piani pluriennali di finanziamento.

Più nel dettaglio, la regione con il maggior numero di richieste attive è la Campania (1.192 progetti, per quasi 5,6 mld), seguita da Calabria (872 progetti per 1,7 mld), Abruzzo (764 per 1,6 mld) e Sicilia (748 per2,2 mld). Anche se con numeri inferiori, si evidenziano per importi superiori ai 2 mld anche la Puglia (481 per 2,4 mld) e il Veneto (243 per 2,3 mld).