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Dissesto idrogeologico: cosa manca secondo i professionisti?

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
Dissesto idrogeologico: cosa manca secondo i professionisti?
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A seguito dei tragici eventi di Ischia, la RPT e il Consiglio Nazionale Geologi hanno presentato valutazioni e proposte sul tema del dissesto idrogeologico

Il dissesto idrogeologico è una piaga del nostro Paese e la tragedia di Ischia l’ha dimostrato una volta di più. Come arginare il problema? Diamo la parola ai professionisti tecnici, rappresentati dalla RPT.

La Rete Professioni Tecniche è stata ricevuta in audizione presso la Commissione Ambiente della Camera nell’ambito della discussione sul DL 186/2022, che reca interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia. Nell’occasione la RPT e il Consiglio Nazionale Geologi hanno presentato una serie di valutazioni e proposte sul tema.

I rappresentanti dei professionisti tecnici hanno innanzitutto sottolineato la necessità di supportare gli enti locali, in particolare i Comuni, per la redazione ed aggiornamento dei Piani di Protezione Civile e per l'istituzione dei Presidi Territoriali. Soprattutto in considerazione del fatto che, secondo i dati della Protezione Civile aggiornati allo scorso luglio, circa 1.000 Comuni, su un totale di 8.051, risultano sprovvisti di un Piano di Protezione Civile.

I recenti avvenimenti di Ischia dimostrano che nessuna regione italiana può più considerarsi al riparo rispetto al problema del dissesto idrogeologico. Negli ultimi venti anni, infatti, si sono registrati numerosi eventi che hanno interessato anche in aree geografiche non particolarmente esposte rispetto alle conoscenze scientifiche note. L’ultimo rapporto ISPRA del 2021 traccia una mappa del rischio idrogeologico del nostro Paese che vede crescere le aree interessate rispetto all’anno precedente; circa il 94% dei Comuni italiani è a rischio e circa 8 milioni di persone vivono in territori a rischio molto elevato per frane e alluvioni. Uno scenario così vasto e complesso impone dunque la messa in campo di una strategia integrata di azioni di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.

Il piano pluriennale proposto dalla RPT

Per questo motivo i professionisti tecnici ritengono necessario attuare un piano pluriennale che preveda sempre di più l’impiego di risorse dedicate alla realizzazione di interventi di tipo strutturale, cioè opere ed interventi di sistemazione e di consolidamento delle frane, utili ad evitare che i fenomeni si verifichino, si riattivino o comunque a mitigarne gli effetti. Tuttavia queste tipologie di interventi, anche se utili e necessarie, da sole non possono consentire la soluzione di tutte le criticità presenti sul territorio. Sono necessarie anche una serie di azioni e interventi non strutturali, mediante i quali contribuire significativamente allaprevenzione delle conseguenze dei dissesti ed operare una corretta gestione del rischio idrogeologico. La RPT ne ha indicati alcuni:

- Aggiornamento e approfondimento continuo dei Piani di Assetto Idrogeologico e di Gestione delle Alluvioni.

- Adeguamento della Pianificazione Urbanistica Comunale.

- Redazione ed Attuazione dei Piani di Protezione Civile.

- Informazione alla cittadinanza.

- Manutenzione estensiva del territorio.

- Presidio territoriale (PT)

Tra le azioni strategiche non strutturali di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico a cui andrebbe data immediata attuazione nei territori colpiti dagli eventi franosi dell’Isola d’Ischia, la RPT e il CNG hanno indicato senza dubbio il Presidio territoriale, che consiste nell’attività di monitoraggio osservativo del territorio operata da parte di tecnici esperti attraverso l’osservazione diretta e in tempo reale, dell’evoluzione dei fenomeni in atto e dell’insorgenza di fenomeni precursori potenzialmente pericolosi per la pubblica e privata incolumità. Tale attività, garantendo il monitoraggio osservativo del territorio nel tempo reale a supporto delle fasi operative previste nei piani di emergenza comunali, costituisce una delle azioni più efficaci di adattamento ai cambiamenti climatici per finalità di protezione civile e di tutela delle persone.

Pertanto, il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Rete Professioni Tecniche, ai fini dell’attivazione del Presidio territoriale nel territorio colpito dagli eventi franosi nell’Isola d’Ischia, e successivamente anche sull’intero territorio nazionale, intendono formulare delle proposte migliorative, in particolare nell’ambito dell’art. 5, che riguarda il Fondo regionale di Protezione Civile previsto dall’art. 45 del codice della Protezione Civile, chiedendo di implementarlo al fine di promuovere il potenziamento del sistema di Protezione Civile delle regioni e degli enti locali.

Infine, la RPT ha sottolineato l’urgenza di giungere alla codificazione del “Fascicolo digitale delle costruzioni”. Questo strumento concorre al raggiungimento di un più elevato livello di affidabilità delle costruzioni mediante la raccolta organica di informazioni urbanistiche, catastali, edilizie, impiantistiche, strutturali, geologiche, prodotte dai professionisti e/o in possesso della pubblica amministrazione. Lo strumento aiuta inoltre la prevenzione del pericolo idraulico, del pericolo idrogeologico, del pericolo sismico nonché altre sorgenti di rischio e concorre alla messa a punto di forme di classificazione e riduzione del rischio.

 

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