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#DissestoItalia: soddisfazione per il piano di prevenzione, ma serve certezza sui fondi

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
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Ance, Architetti, Geologi e Legambiente, le quattro sigle promotrici della web inchiesta #DissestoItalia, commentano i risultati dell’incontro tra #italiasicura, sindaci e Regioni


L’unità di missione #Italiasicura si sta muovendo nella giusta direzione, ma ora serve un quadro certo delle risorse che si potranno utilizzare nei prossimi anni da destinare a interventi efficaci per la riduzione del rischio”.
 
Così Ance, Architetti, Geologi e Legambiente, le quattro sigle promotrici della web inchiesta #DissestoItalia, commentano i risultati dell’incontro di stamattina tra la struttura di missione guidata da Erasmo D’Angelis, sindaci e Regioni.
 
Lo stanziamento dei primi 700 milioni del piano nazionale per la prevenzione e la ricognizione delle opere più urgenti rappresentano segnali importanti sulla strada della messa in sicurezza del territorio, ma è fondamentale che i fondi messi a disposizione siano resi stabili nel tempo e al riparo dai tagli e dalle emergenze.

Accanto a questo serve aprire un ragionamento importante sul tipo di interventi da realizzare, che non possono ridursi alla sola sistemazione idraulica ma devono prevedere, soprattutto nelle aree urbane, azioni che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici, come la riqualificazione dei corsi d’acqua e dei sistemi di drenaggio delle acque meteoriche, aumentando la capacità di esondazione e di permeabilità dei suoli urbani, o la delocalizzazione delle strutture che oggi causano le condizioni di rischio.
 
Per spenderli, poi, è indispensabile approvare una misura che escluda definitivamente le opere contro il dissesto idrogeologico dal Patto di stabilità, altrimenti le buone intenzioni rischiano di infrangersi ancora una volta contro il muro della contabilità finanziaria degli enti locali.
 
"Ci auguriamo quindi - sottolineano Ance, Architetti, Geologi e Legambiente - che il decreto annunciato  dal sottosegretario  Delrio venga subito messo nero su bianco. Per prevenire il rischio occorre evitare di incentivare i Comuni a far cassa con gli oneri di urbanizzazione per coprire le loro spese correnti, ipotesi di cui si parla ancora una volta in queste ore nell’ambito della legge di stabilità".