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DL Rilancio: confermata l’‘inaccettabile discriminazione’ dei professionisti

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DL Rilancio: confermata l’‘inaccettabile discriminazione’ dei professionisti
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Secondo le rappresentanze istituzionali dei professionisti, la modifica apportata al Dl “Rilancio” è una conferma della scarsa consapevolezza dei problemi di milioni di lavoratori

Il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scontenta i professionisti italiani. A suscitare il  malcontento è una questione in particolare. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

Gli Ordini e i Collegi, ai quali sono iscritti oltre 2,3 milioni di professionisti, denunciano con forza l’esclusione dalla norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e delle imprese che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019.

Nel testo definitivo del DL Rilancio si specifica che tra i soggetti esclusi del beneficio rientrano ora anche “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n.509 e 10 febbraio 1996, n. 103”.

La voce dei professionisti italiani

“L’esclusione di tutti i professionisti ordinistici dall’accesso ai contributi a fondo perduto, che emerge a sorpresa dal DL Rilancio - lamentano le rappresentanze istituzionali dei professionisti -, è una scelta inaccettabile, che dimostra, una volta di più, un atteggiamento sostanzialmente punitivo della politica nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del nostro Paese, che, esattamente come tutte le altre realtà del mondo del lavoro autonomo e dipendente, sta attraversando una fase di enorme difficoltà, che necessita di un sostegno concreto da parte dello Stato”.

“Avevamo - continuano - già denunciato la disparità di trattamento riservataci nel DL Cura Italia. La modifica apportata al DL Rilancio è una conferma della scarsa consapevolezza dei problemi di milioni di lavoratori. Ci batteremo per modificare questa norma e affinché ci sia un’equiparazione tra le misure per le imprese e quella per i professionisti. Gli Ordini e i Collegi professionali chiedono al Governo un intervento per sanare questa evidente disparità di trattamento”.