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Dopo il terremoto, lo tsunami della burocrazia

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La ricostruzione nelle aree colpite non è sicuramente favorita dalla complessità della normativa che dovrebbe guidare la gestione degli interventi di ripristino. Focus sulle imprese artigiane

Gli eventi sismici iniziati due anni fa hanno coinvolto 138 Comuni italiani distribuiti in 10 province appartenenti a 4 regioni: le Marche con 85 Comuni, l’Abruzzo con 23 e il Lazio e l’Umbria entrambe con 15 Comuni.

Nel 2017 le imprese registrate in questi territori sono 65.053, di queste 15.855 sono le imprese artigiane, pari al 24,4%. Tale incidenza è del 33,4% nelle Marche, del 27,0% in Abruzzo, del 26,8% in Umbria e del 26,5% nel Lazio; tra le province, la quota più alta si rileva in quella di Fermo con il 40,3%, dell’Aquila e di Pescara entrambe con il 36,3% e di Macerata con il 35,5%.

Il peso delle imprese nei Comuni del cratere sul totale della provincia è del 58,7% nella provincia di Macerata, del 47,3% in quella di Rieti e del 44,5% in quella di Ascoli Piceno. In media le Marche sono la regione con l’incidenza maggiore e pari al 23,7%, a fronte del 7,1% in Abruzzo, del 6,8% in Umbria e dell’1,1% nel Lazio. Inoltre, nelle Marche i Comuni del cratere concentrano il 23,0% di tutto l’artigianato regionale, un'impresa artigiana su quattro, quota che si eleva al 57,6% nella provincia di Macerata e al 46,3% in quella di Ascoli Piceno, a fronte del 7,8% in Abruzzo, del 6,3% in Umbria e dell’1,1% nel Lazio.

Delle 15.855 imprese artigiane, il 66,3% è nei Comuni marchigiani, il 15,1% in quelli dell’Abruzzo, il 10,3% in quelli del Lazio e l’8,3% in quelli dell’Umbria. In termini di composizione settoriale, nelle Costruzioni si concentra il 37,6% dell’artigianato, nei Servizi alle persone il 24,9%, nel Manifatturiero il 24,4%, nei Servizi alle imprese l’11,2% e nei restanti comparti l’1,9%.

Sono 36.503 gli addetti delle imprese artigiane localizzate nei Comuni colpiti, il 71,4% si concentra nella regione Marche, il 13,6% in Abruzzo, l’8,1% in Umbria e il restante 6,9% nel Lazio. Tali addetti rappresentano il 24,7% degli addetti di tutte le imprese nei Comuni considerati, quota che sale al 26,9% nelle Marche, mentre è del 23,0% in Umbria, del 20,7% in Abruzzo e del 18,1% nel Lazio.

Dopo il terremoto, lo tsunami della burocrazia. La ricostruzione nelle aree colpite non è sicuramente favorita dalla complessità della normativa che dovrebbe guidare la gestione degli interventi di ripristino. Un monitoraggio sul campo effettuato a luglio 2018 sui principali atti normativi (nel totale se ne contano 145) mette in evidenza che dalla prima scossa del 24 agosto del 2016 sono state emanate 9 leggi, 58 Ordinanze del Commissario Straordinario (dal 10 novembre 2016 al 5 luglio 2018), 31 Ordinanze del Capo del Dipartimento di Protezione Civile (dal 26 agosto 2016 al 4 maggio 2018) pubblicate in Gazzetta Ufficiale, 35 Circolari della Protezione Civile (dal 3 settembre 2016 al 28 maggio 2018). Inoltre a questi atti normativi si aggiunge anche 1 decreto del Mef, 1 decreto legge non convertito, 6 delibere del Consiglio dei Ministri, 2 decreti del Presidente della Repubblica e 2 decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.