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Edilizia scolastica: ecco nuovi dati preoccupanti

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Edilizia scolastica: ecco nuovi dati preoccupanti
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Il nuovo allarme sull’edilizia scolastica viene lanciato dalla ricerca condotta dallo studio internazionale Atelier(s) dell’architetto Alfonso Femia

Lo stato di salute del patrimonio edilizio scolastico italiano è preoccupante. Non è certo una novità, ma una recente ricerca evidenzia ancor di più l’urgenza di intervenire, per la sicurezza di chi a scuola studia e lavora.

Si tratta del report “Scuola Social Impact”, condotto dallo studio internazionale Atelier(s) dell’architetto Alfonso Femia, con sedi a Parigi, Milano e Genova e curato dall'amministratore delegato della società di consulenza Iniziativa, Ivo Allegro.

La ricerca è stata presentata in un webinar organizzato dalla Fondazione per l’Architettura e dall’Ordine degli Architetti di Torino, con gli interventi di esponenti delle istituzioni, delle Fondazioni “Agnelli”, “Scuola della Compagnia di San Paolo” e “Architettura”, oltre a professionisti del settore energetico.

I dati del Miur, sui quali si è focalizzato il dibattito dei relatori, offrono una panoramica desolante: degli oltre 40mila edifici scolastici presenti in Italia, più di 3mila sono inattivi e 34 a causa di calamità; quasi 22mila non hanno il certificato di agibilità e più di 23mila quello di prevenzione incendi; 35mila sono fuori regola antisismica; oltre 15mila sono privi del collaudo statico; circa 8mila non possiedono il documento di valutazione rischi.

Il commento dei relatori del webinar

“E’ evidente che serve una riqualificazione economicamente sostenibile delle strutture scolastiche - ha sottolineato Ivo Allegro, amministratore delegato di Iniziativa - per cui bisogna modificare le logiche gestionali attivando l'energia imprenditoriale e le risorse finanziarie dei privati mediante Partenariato Pubblico-Privato (PPP) e strumenti di ingegneria finanziaria”.

“Occorre trasformare la scuola nel motore infrastrutturale, funzionale, economico della rigenerazione urbana” ha evidenziato Alfonso Femia, precisando che “la scuola è città e deve essere ripensata come luogo che integri alla dimensione spaziale quella temporale, analizzando le esigenze complessive della comunità nel breve e nel medio periodo e l'osservazione dell'andamento demografico, in un’ottica di flessibilità e trasformabilità dell’edificio”.

“E’ necessario affrancarsi da una concezione ormai datata di edilizia scolastica. La scuola deve uscire dall’emergenza per accreditarsi come occasione di rilancio culturale ed economico del Paese, concretizzando il luogo in grado di abilitare lo 'sviluppo della persona umana' costituzionalmente garantito ma spesso, nei fatti, negato”, ha concluso Allegro.