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Il Governo ha creato l’Agenzia nazionale di gestione dei fondi strutturali e FAS

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L’Agenzia dovrà garantire un più efficace utilizzo dei fondi europei e del fondo per lo sviluppo e la coesione (ex-Fas) in vista del periodo di programmazione 2014-2020


Il Consiglio dei Ministri del 26 agosto 2013 ha approvato il decreto-legge recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (c.d. Decreto “Salva precari”).

Il decreto prevede alcune misure relative al rafforzamento delle politiche di coesione e al miglioramento dell’utilizzo dei fondi strutturali e del fondo per lo sviluppo e la coesione (ex-FAS), in vista del nuovo periodo di programmazione 2014-2020.

In particolare, il provvedimento prevede una profonda riorganizzazione delle strutture amministrative incaricate della programmazione, del coordinamento, della sorveglianza e del monitoraggio di questi fondi attraverso la trasformazione dell’attuale Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) del Ministero dello sviluppo economico in due strutture:
- una struttura snella (50 unità), incardinata in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con compiti di coordinamento, indirizzo, programmazione e promozione dell’utilizzo dei fondi strutturali europei e del fondo per lo sviluppo e la coesione nonché di gestione dei rapporti con le istituzioni europee. Tale struttura istruirà eventuali richieste di commissariamento degli enti responsabili dei programmi in caso di gravi ritardi o inadempienze nell’utilizzo dei fondi;
- un’Agenzia per la coesione territoriale (200 unità) - che sarà operativa dalla primavera 2014 - con compiti di monitoraggio e di verifica dell’attuazione dei programmi, di sostegno e assistenza tecnica alle amministrazioni nonché di intervento diretto in caso di grave inadempienza. In questo contesto, l’Agenzia potrà fornire sostegno e assistenza anche nelle fasi di stesura e gestione di bandi pubblici.

Tale riorganizzazione si pone l’obiettivo di potenziare il coordinamento e il controllo sull’uso dei fondi, attraverso un rafforzamento della capacità di governo nazionale, per rendere più efficace l’uso dei fondi strutturali europei e del fondo per lo sviluppo e la coesione, sia dal punto di vista della capacità di spesa che da quello della qualità della spesa stessa, come raccomandato più volte dalla Commissione europea.

Il modello organizzativo adottato - una struttura snella di coordinamento ed indirizzo che interloquisce direttamente con il decisore politico ed un’agenzia operativa che mette in atto le decisioni, effettua il monitoraggio dei programmi e fornisce assistenza tecnica - corrisponde alle migliori esperienze europee ed è ispirato ai modelli organizzativi adottati dalla Commissione Europea per la gestione di numerosi programmi di spesa, come ad esempio per il programma di investimento nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

Oltre la trasformazione del DPS in due strutture, il decreto prevede infine l’assunzione di 120 unità di personale da assegnare alle amministrazioni dello Stato responsabili del coordinamento, della gestione, del monitoraggio e del controllo di interventi cofinanziati con i fondi strutturali europei.