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Il Presidente Fimaa commenta “Piano Casa, ci vuole anche altro. Le banche sostengano il territorio”

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«Ben vengano gli incentivi per lo sviluppo, l’ampliamento, la riqualificazione o il recupero degli edifici esistenti, lodevoli inoltre gli impulsi per l’edilizia eco-compatibile, ma per risollevare il settore immobiliare occorre anche altro - esordisce così Santino Taverna, presidente provinciale e regionale FIMAA (Federazione italiana mediatori e agenti d’affari) commentando il Piano Casa approvato in Commissione Territorio (Regione Lombardia) -. Il reddito delle famiglie è diminuito ed è sempre più difficile, se non impossibile, aver accesso al credito. Questo è il vero problema del comparto che coinvolge tutta l’economia del Paese. Sono diverse le sigle del comparto immobiliare, associazioni di categoria, sindacati, banche, cooperative e la stessa Regione guidata dal presidente Formigoni, che hanno recentemente sottoscritto il “Patto per la casa” in Lombardia. Un documento lodevole e importante che però potrebbe incontrare difficoltà nello sviluppo degli effetti desiderati. L’iniziativa regionale non può e non deve rimanere un mero atto politico. Soprattutto nell’attuale fase di crisi economica dove la linfa vitale del settore immobiliare rimane il denaro che le banche non prestano. Se si vuole riattivare un comparto in grossa difficoltà si dovranno rivedere le politiche d’accesso al credito. Con i posti di lavoro che diminuiscono e con il potere d’acquisto sempre più contratto si corre sempre più il rischio di alimentare la sfiducia nei cittadini. Nonostante le diverse opportunità offerte dal mercato (prezzi convenienti e molteplici tipologie) i cittadini si vedono costretti a ricorrere a soluzioni alternative (locazione in primis, quando disponibile) per ovviare alla carenza d’accesso al credito. Oltre al danno la beffa: pagare identici importi senza poter capitalizzare il proprio risparmio. Oggi assistiamo a fenomeni quali la “locazione con patto di riscatto” o iniziative come il “Merito casa” che prevedono versamenti rateizzati di un determinato importo (20-30% del valore dell’immobile) nella speranza di poter ottenere in seguito il mutuo per saldare l’acquisto effettuato. Rimane prioritario il fatto che le banche debbano ritornare al proprio ruolo di sostegno dell’economia del territorio che, oramai da quattro anni, langue vittima delle alchimie finanziarie. Questo è il vero problema da risolvere. Lo sviluppo delle politiche contenute nel decalogo del Patto per la Casa, a cui FIMAA ha aderito, sarà sicuramente più attuabile ed efficace con l’imprescindibile apporto degli istituti di credito. Il contributo di FIMAA, grazie alla distribuzione capillare dei propri associati e alla profonda conoscenza dei fenomeni socio economici legati al territorio, sarà allora un tangibile valore aggiunto nella pianificazione di soluzioni appropriate per lo sviluppo dello stesso Piano».