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Il secondo Rapporto sullo stato del Capitale Naturale in Italia

Ecologia e tutela ambientale di
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A supporto del Comitato per il Capitale Naturale, per la redazione del Rapporto ha lavorato un gruppo di esperti della materia provenienti da università, enti di ricerca e settore imprenditoriale

Qual è lo stato del Capitale Naturale in Italia? Risponde il Ministero dell’Ambiente, che ha diffuso la seconda edizione dell’apposito Rapporto.

Il Collegato ambientale per la prima volta ha istituito un Comitato per il Capitale Naturale (CCN), presieduto dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), e composto da 10 Ministri, dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), dalla Conferenza delle Regioni, 5 Istituti pubblici di Ricerca e 9 esperti della materia nominati dal MATTM.

A supporto del Comitato per il Capitale Naturale, per la redazione del Rapporto ha lavorato un gruppo di esperti della materia provenienti da università, enti di ricerca e settore imprenditoriale ed hanno inoltre fornito un importante contributo anche l’ISPRA, l’ISTAT e Banca d’Italia.

Dopo il Primo Rapporto dello scorso anno, questa nuova edizione 2018 intende rafforzare la sensibilizzazione sul tema del Capitale Naturale e la sua integrazione nei processi decisionali politici, inoltre  grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione, importanti progressi sono stati fatti in termini di arricchimento dei fattori di analisi, di miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, di definizione di un percorso metodologico per l’attribuzione di una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.

Vengono approfonditi alcuni dei principali elementi di pressione sugli asset del Capitale Naturale. In particolare, vengono valutati su scala nazionale, ed anche eco-regionale, evidenziando gli elementi di pressione che mettono a rischio lo stato di conservazione del capitale naturale, nonché le funzionalità.

Ampia attenzione è stata dedicata all’impatto dei cambiamenti climatici sulla capacità degli ecosistemi di continuare a garantire Servizi Ecosistemici, anche attraverso dei focus su criticità ambientali di grande attualità per l’Italia, quali gli incendi e la siccità. A questi si aggiunge la valutazione di altri elementi di pressione, quali il consumo di suolo o la frammentazione degli ecosistemi naturali che richiedono interventi ed azioni mirate a sostegno del territorio.

I valori monetari ottenuti, seppur frutto di metodologie e di ipotesi da raffinare nei prossimi rapporti, aprono una prospettiva ineludibile circa la straordinaria importanza del Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale come quello Culturale.

Il Comitato per il Capitale Naturale propone nuove raccomandazioni che si pongono come agenda per i prossimi rapporti, che intendono assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi mondiali tracciati dall’Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l’Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.

Il Rapporto per il Capitale Naturale ha l’obiettivo istituzionale, dunque, di porsi come strumento utile e propedeutico alla valutazione delle policy e del loro impatto su una fonte di ricchezza e benessere fondamentale del nostro paese che sempre più deve emergere per essere preservata e valorizzata.

In tal senso, con il Comitato per il Capitale Naturale, l’Italia percorre un ulteriore passo lungo la strada verso quello Sviluppo Sostenibile che deve essere il faro della pianificazione di lungo periodo per l’intera comunità globale.