1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Il settore immobiliare chiede un cambio di rotta per la ripresa

Il settore immobiliare chiede un cambio di rotta per la ripresa

Edilizia di
5/5
votato da 1 persone
Paolo Righi, presidente di Fiaip: “Ora è più vantaggioso acquistare le prime case. Solo abbassando la pressione fiscale sarà possibile rimettere in moto il settore”

Pressione fiscale alle stelle da più di 5 anni e un futuro incerto per l’immobiliare in Italia. L’Italia, come certifica Eurostat, è l'unico Paese europeo in cui il mercato immobiliare è in crisi e la situazione per il Real estate è peggiorata. “Ci aspettavamo di più dalle istituzioni", ha sostenuto a Milano Paolo Righi, presidente di Fiaip, nel corso di Re Italy Winter Forum, appuntamento dedicato al mondo immobiliare.

Il sisma, le emergenze continue sul territorio da una parte e le difficoltà della nostra economia dall'altra, non hanno ancora aiutato il Paese ad uscire dalle difficoltà e a rimettere in moto la ripresa economica per l’immobiliare. “Non è sufficiente il ritrovato dinamismo per le compravendite di sole prime abitazioni, ora, servono misure importanti e immediate per tutto il settore immobiliare - ha ribadito Paolo Righi -. Dobbiamo riportare subito la pressione fiscale sugli immobili ai livelli del 2008, altrimenti non ce la facciamo a reggere".

A lanciare l’allarme e a chiedere al Governo Gentiloni di cambiare rotta, per non rendersi responsabile di una deriva negativa che rischia di non arrestarsi per l’immobiliare è la Fiaip, la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, nel corso del Convegno istituzionale di apertura che ha visto la partecipazione di Confedilizia, Ance, Fimaa e dell’OPMI - Osservatorio Parlamentare sul Mercato Immobiliare. Il presidente Paolo Righi  ha ribadito come: "Oggi, a parte a Milano e a Roma, per un privato avere un immobile da mettere sul mercato può essere negativo.  In Italia c’è una pressione fiscale sugli immobili che è ancora la più alta in Europa. Nel 2016 si è avuta una prima ripresa parziale del numero di compravendite, non assistita però da una ripresa dei prezzi, che si è concentrata esclusivamente in un certo dinamismo sull’acquisto di prime case”.

C’è quindi una ripresa parziale rispetto a ciò che si era perso in precedenza nel settore immobiliare, ma di certo ciò non basta a risollevare un comparto che vale il 20 per cento del PIl in Italia e ancora oggi soffre per una pressione fiscale insostenibile. “Poi - continua Righi - non ci lamentiamo se in Italia non ci sono investitori e capitali stranieri". Gli investitori immobiliari stranieri chiedono redditività e chiarezza, ma purtroppo in Italia fatichiamo a dare queste risposte e quindi le operazioni di questo tipo sono state e sono tuttora molto limitate. Addirittura assistiamo ad un fenomeno inverso, visto che 49 mila cittadini italiani, solo nel 2015, hanno comprato immobili all'estero, ben 8 mila in più rispetto all'anno precedente. "Il futuro del settore immobiliare italiano è incerto perché dal 2011 in avanti si è deciso di mortificarlo con una serie di decisioni sbagliate - ha sottolineato ancora il Presidente Fiaip -. Ci vuole un cambio d’impostazione netta da parte del governo attuale o di quello che verrà per risollevarlo".

E sulle banche e l’ingresso di alcuni istituti creditizi nel comparto immobiliare Fiaip esprime chiaramente la propria posizione: "Se le banche godono di aiuti di Stato, devono continuare a fare le banche e non possono mettersi a fare le agenzie immobiliari". Fiaip puntualizza la propria posizione affinchè il decreto salvabanche non finisca per dare l'opportunità ad alcune realtà del credito di fare concorrenza sleale e danneggiare chi lavora nel settore immobiliare. "Il settore deve fare rete e creare sinergie - ha aggiunto Righi, lanciando un appello a fare sistema a tutti i players - per fare in modo che il mercato torni redditizio e venga alleggerito dai tanti balzelli, lacci e laccioli che attualmente lo soffocano". Fiaip e gli operatori del Real Estate intervenuti a Re Italy Forum guardano inoltre tutti con molta attenzione e preoccupazione alla situazione delle sofferenze bancarie e all'immissione sul mercato, da parte degli operatori del credito, di immobili derivanti dal recupero dei crediti deteriorati.