1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Italia al 16° posto per la sua performance climatica

Italia al 16° posto per la sua performance climatica

Ecologia e tutela ambientale di
5/5
votato da 1 persone
Buona performance nelle rinnovabili, dovuta all’onda lunga degli investimenti degli anni precedenti, arrestatasi purtroppo nel 2014, e nell’efficienza energetica

Il Rapporto annuale di Germanwatch, realizzato in collaborazione con CAN e NewClimate Institute e per l’Italia con Legambiente, ci dice che la strada per contrastare in maniera efficace i cambiamenti climatici e contribuire a mantenere e rendere concreti gli impegni presi con gli Accordi di Parigi è ancora in salita, nonostante alcuni timidi passi avanti. Il Rapporto prende in considerazione la performance climatica di 56 paesi del Pianeta, con l’aggiunta, per la prima volta, dell’Unione Europea e che rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali.

Anche quest’anno nella classifica del Rapporto Germanwatch, presentato oggi a Bonn nell’ambito della Cop23, nessun paese si attesta in una delle prime tre posizioni, in quanto nessuno di questi ha raggiunto la performance necessaria per mantenere le emissioni globali ben al di sotto della soglia critica dei 2°C, secondo quanto previsto dall’Accordo sul clima di Parigi. Ad aprire così la graduatoria, è la Svezia, al 4° posto, con un’ottima performance nella riduzione delle emissioni pro-capite nel periodo 2010-2015, consentendole così di essere sulla buona strada per rispettare gli obiettivi di Parigi. Segue la Lituania (5°) con un livello di emissioni anch’essa in linea con Parigi, ma che negli ultimi anni ha registrato un preoccupante aumento delle emissioni. E poi il Marocco (6°) che consolida la sua leadership in Africa, grazie ai considerevoli investimenti nelle rinnovabili e agli ambiziosi impegni assunti (riduzione del 32% del trend attuale delle sue emissioni entro il 2030) nell’ambito dell’Accordo di Parigi.

L’Italia conferma il 16° posto dello scorso anno grazie alla buona performance nelle rinnovabili, dovuta all’onda lunga degli investimenti degli anni precedenti, arrestatasi purtroppo nel 2014, e dal contributo dell’efficienza energetica. Un risultato raggiunto nonostante l’assenza di una politica climatica nazionale adeguata agli obiettivi di Parigi. Un’assenza che tuttavia si fa sentire sempre più: le emissioni in Italia hanno continuato a crescere anche nel 2016 dello 0.4% rispetto all’anno precedente e dopo il 2% del 2015, invertendo la tendenza positiva degli anni scorsi che ha consentito alla Penisola una consistente riduzione delle emissioni attestatasi nel 2016 al 16.4% rispetto al 1990.