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L’Aniem al nuovo Governo: nessuna ripresa possibile senza riforme strutturali

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“Si passi ai fatti. Il settore delle costruzion sta collassando, schiacciato tra assenza di credito, costo del lavoro insostenibile, burocrazia e incapacità decisionali”, dichiara il presidente Dino Piacentini


"Va bene un nuovo Governo subito se riesce ad imprimere una svolta. Ciò di cui avvertiamo una necessità emergenziale è una riforma del lavoro che vada ad incidere non solo sul cuneo fiscale ma anche sui costi della bilateralità, un taglio alla spesa pubblica intervenendo sulla configurazione della Pubblica Amministrazione, una ridistribuzione delle competenze istituzionali", queste le parole a commento degli avvenimenti politici di questi giorni di Dino Piacentini, Presidente di Aniem, l'associazione delle PMI manifatturiere aderenti a Confimi Impresa.

"Senza questi interventi, che devono vedere la compartecipazione responsabile di tutte le forze politiche, registreremo la definitiva disgregazione di un sistema produttivo che, lo ricordo, è costituito quasi esclusivamente da piccole e medie imprese. Sarà la fine del manifatturiero italiano", prosegue il Presidente Aniem. "Ciò di cui forse non si ha ancora piena consapevolezza è che siamo vicini al baratro, non possiamo più aspettare".

"Basta quindi con gli annunci, si passi ai fatti. Il settore delle costruzioni, in particolare, sta ormai collassando, schiacciato tra assenza di credito, costo del lavoro insostenibile, burocrazia ed incapacità decisionali", dichiara Piacentini. "Solo negli ultimi due anni il mercato delle opere pubbliche ha avuto una flessione del 52% (fonte Cresme) e le forme di partenariato pubblico-privato si sono impantanate nelle lentezze procedurali oltre che nei problemi economico-finanziari".

"La politica eserciti il suo ruolo decisionale, ma anche i sistemi di rappresentanza datoriale e sindacali - conclude Piacentini - facciano la loro parte".