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L’Oice accoglie con favore la proposta del premier Renzi di rafforzare l’Anac

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Lotti: “Se si andrà verso una riforma dell’attuale codice dei contratti pubblici, che vedrà poche e snelle disposizioni con un apparato di soft law di dettaglio, sarà necessario potenziare la vigilanza”


L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria aderente a Confindustria, prende posizione su quanto affermato ieri dal premier Matteo Renzi durante la presentazione del libro di Giorgio Barbieri e Francesco Giavazzi a Roma. Renzi ha infatti confermato, sulla riforma degli appalti pubblici, l’intenzione del Governo di procedere con il potenziamento dell’Autorità presieduta da Raffaele Cantone (che ha da poco predisposto un primo piano di riordino dell’ex AVCP).

Per il Presidente OICE Ing. Patrizia Lotti, la strada è quella giusta: “Siamo convinti da tempo che il rafforzamento dei poteri dell’ANAC, già avviato con alcuni recenti provvedimenti normativi, sia essenziale per elevare l’attenzione sul sistema degli appalti pubblici. Se infatti si andrà verso una riforma dell’attuale codice dei contratti pubblici, che vedrà poche e snelle disposizioni con un apparato di soft law di dettaglio, sarà necessario potenziare la vigilanza dell’Authority per evitare eccessi e distorsioni sul fronte dell’esercizio della discrezionalità amministrativa”.

Ma, ad avviso dell’OICE, occorre intervenire non soltanto sulla vigilanza, ma anche su altri punti: “L’esperienza di questi ultimi anni ci dice che anche gli atti dell’ANAC di soluzione delle controversie attraverso il precontenzioso devono essere tali da vincolare le stazioni appaltanti, se no il rischio è che rimangano lettera morta. Così come l’attività di regolazione dovrà in qualche modo essere resa più cogente specialmente in un’eventuale attribuzione all’ANAC del potere di emanare quei provvedimenti di soft law coerenti con l’impostazione di un codice snello”.

Il tutto però dovrà essere  attentamente valutato e approfondito in sede parlamentare: “Nel rispetto del Parlamento che sta esaminando la delega sugli appalti, auspichiamo che - al di là del modello scelto - il nuovo codice punti ad una decisa semplificazione delle norme e ad una forte valorizzazione della fase progettuale perché soltanto con un progetto ben fatto si possono evitare molte delle disfunzioni di oggi”.