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Legge di Bilancio: cosa chiedono i professionisti?

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Legge di Bilancio: cosa chiedono i professionisti?
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Confprofessioni è intervenuta in Senato a proposito della Legge di Bilancio. Gaetano Stella ha parlato di tasse, crescita, Superbonus e ammortizzatori sociali

La Legge di Bilancio 2022 sta seguendo il suo iter parlamentare. A tal proposito, Confprofessioni ha portato in audizione in Senato le istanze dei professionisti. Vediamo cosa chiedono alla Manovra.

Sul fronte delle tasse, Confprofessioni sostiene che alleggerimento della pressione tributaria e riduzione del cuneo fiscale devono essere improntate in un’ottica di equità orizzontale tra lavoratori dipendenti e autonomi: “A redditi uguali devono corrispondere equivalenti debiti d’imposta - ha detto il presidente, Gaetano Stella -. Il primo passo deve essere l’unificazione delle detrazioni Irpef sui redditi da lavoro autonomo e da lavoro dipendenti”.

“Con le agevolazioni previste permangono numerosi squilibri a sfavore delle attività professionali, come per esempio i voucher per la digital transformation, che richiedono l’iscrizione alle Camere di commercio, precludendo l’accesso ai professionisti iscritti agli ordini”. La richiesta avanzata da Confprofessioni alle istituzioni è di accompagnare le attività professionali nel loro sforzo di consolidamento e di adeguamento alle sfide imposte dall’apertura dei nuovi mercati internazionali e dalla transizione digitale che sta interessando il settore dei servizi professionali. Secondo Stella: “Servono misure ad hoc per favorire la crescita dimensionale degli studi, attraverso aggregazioni e reti tra professionisti”.

Superbonus e ammortizzatori sociali

Confprofessioni interviene anche sulla proroga del Superbonus 110%. “Con la proroga del Superbonus al 2023 si può consolidare il percorso di rigenerazione e riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale, tuttavia - aggiunge Stella - non condividiamo la scelta del Governo di privilegiare i condomini a scapito degli edifici unifamiliari e di introdurre il perimetro ISEE, causando evidenti disparità di trattamento”.

Un capitolo a parte è riservato agli ammortizzatori sociali. “Tutti i lavoratori, a prescindere dalle modalità con cui svolgono l’attività lavorativa, siano essi autonomi o dipendenti, devono poter disporre di strumenti che li tutelino nei momenti di difficoltà”. Nell’ottica di un avanzamento verso l’universalità delle tutele, Confprofessioni guarda con favore al ruolo che verrà svolto dai fondi di solidarietà bilaterali: “Siamo però consapevoli che l’innalzamento delle tutele comporta un impatto importante sui costi aziendali. Per questo riteniamo necessario, nei primi anni di avvio della riforma, un apporto da parte della finanza pubblica”. Positiva poi l’integrazione tra politiche attive e passive del lavoro, con “la previsione del rafforzamento del ruolo dei fondi interprofessionali per l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori - sottolinea Stella -, ma bisogna sottolinearne il valore strategico anche per i beneficiari dei fondi di solidarietà bilaterali”.