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Legge sulla prevenzione sismica in Toscana

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L’obiettivo è ridurre il livello del rischio e dei danni attesi sul patrimonoio edilizio, infrastrutturale e sulla popolazione al verificarsi degli eventi sismici


Una legge per la prevenzione del rischio sismico nel territorio toscano, ''intesa come serie di attivita' volte a ridurre il livello del rischio e dei danni attesi sul patrimonoio edilizio, infrastrutturale e sulla popolazione al verificarsi degli eventi sismici''. Cosi' l'assessore alla difesa del suolo, Marco Betti, nell'informativa all'aula sul documento preliminare alla proposta di legge sulla prevenzione del rischio sismico in Toscana.

Betti ha indicato gli obiettivi della legge - maggiore sicurezza di persone e beni - e i suoi destinatari diretti, e cioe' le pubbliche amministrazioni: saranno incrementati i livelli di conoscenza del sottosuolo dei principali centri urbani e dei materiali degli edifici di proprieta' pubblica. Si potra' poi prevedere l'estensione dei benefici per interventi di prevenzione sismica anche ai privati, ad integrazione di eventuali risorse economiche stanziate dalla protezione civile.

In primo piano le linee di intervento di prevenzione, con priorita' ai comuni a maggior rischio e agli edifici pubblici strategici e rilevanti: sono previste attivita' di indirizzo normativo e coordinamento per il controllo dell'edilizia e per lo svolgimento di indagini sul rischio sismico; e attivita' di studio, ricerca e programmazione (utile anche all'elaborazione di standard tecnici per i piani di rischio).

Quindi l'erogazione di contributi per il miglioramento della sicurezza del patrimonio edilizio e la diffusione di conoscenza delle problematiche sul rischio sismico attraverso ''informazione, formazione e sensibilizzazione della cittadinanza''.

Le azioni previste, ha chiarito l'assessore, si collocheranno all'interno del Piano regionale di azione ambientale (PRAA), e l'attuazione degli interventi sara' rimessa a documenti annuali approvati dalla Giunta regionale (che specificheranno obiettivi, modalita' di intervento e risorse finanziarie).

Attualmente e' prevista una copertura di 2.152.000 euro a partire dal 2010, e cui si aggiungono 263.000 euro di ulteriori spese regionali. Il consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc), che ha confermato la necessita' di ''nuove leggi'' in materia, ha osservato tuttavia che le linee indicate non dicono ''cose concrete'', visto che gli interventi e gli stanziamenti nel PRAA sono ''insufficienti''.

''La legge non risolve i problemi se non prevede stanziamenti adeguati'' ha detto Del Carlo, citando in particolare la necessita' di ''ulteriori interventi con carattere di priorita''' su edifici pubblici nelle zone della Garfagnana, della Valle del Serchio e della Lunigiana.

Erasmo D'Angelis, Pd, presidente della commissione Territorio e ambiente, ha espresso favore verso le linee illustrate dall'assessore Betti sottolineando ''l'urgenza di fare in fretta nel mettere in sicurezza il patrimonio pubblico e privato della nostra regione'', nella quale si contano oltre 1400 edifici strategici. A monitoraggio concluso, ha aggiunto, devono ora iniziare i lavori in circa mille di questi: servono 441 milioni di euro per la messa in sicurezza.

La Regione pero' deve fare i conti con difficolta' finanziarie importanti, e ''occorre ottenere una risposta da parte del Governo, perche' le risorse vanno ricavate dalle manovre finanziarie nazionali''. D'Angelis ha richiamato l'importanza, anche a nome della commissione da lui presieduta, dell'educazione al richio sismico e non solo: ''nel rispetto dell'autonomia scolastica - ha concluso - occorrerebbe inserire nelle scuole un'ora a settimana di educazione di rischio, anche per avere coscienza di cio' che si deve fare in caso di emergenza''.