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Legno e arredo: qual è stato l’impatto del Covid-19?

Arredamento e Mobili di
Legno e arredo: qual è stato l’impatto del Covid-19?
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La crisi ha inferto un duro colpo al comparto, indebolendo sia la domanda interna che quella estera. Scattiamo la fotografia del settore prima e dopo il lockdown

La filiera del legno e arredo ricopre un ruolo chiave nell’economia del nostro Paese. Diamo innanzitutto un’occhiata ai principali numeri del settore, prima di concentrarci sull’impatto del Covid-19.

Nel comparto operano 47.447 unità locali con 234.326 addetti, con un'elevata concentrazione di micro e piccole imprese: sono 46.981 le unità locali con meno di 50 addetti, rappresentano il 99% del totale e danno lavoro a 182.089 addetti, oltre i tre quarti (77,7%) del comparto.

La filiera arriva nel complesso a 51.089 unità locali e 240.167 addetti sommando, ai due settori manifatturieri esaminati, ulteriori 3.642 unità locali e 5.841 addetti della riparazione di mobili e di oggetti di arredamento, laboratori di tappezzeria. Nel dettaglio, la fabbricazione di mobili (con 132.595 addetti) rappresenta il 55,1% dell’intera filiera, il legno (con 88.998 addetti) rappresenta il 42,4%, mentre la riparazione di mobili e tappezzeria pesa per il restante 2,4%.

Centrando l’attenzione sui due comparti manifatturieri di legno e mobili, in questo importante cluster del made in Italy è alta la vocazione artigiana: le 35.957 unità locali artigiane rappresentano i tre quarti (75,8%) delle imprese e i 104.841 addetti nell’artigianato sono il 44,7% dell’occupazione. Nelle due regioni diLombardia (con 22 mila addetti) e Veneto (con 19 mila addetti) si concentra il 40% dell’artigianato italiano del legno-arredo. L’artigianato rappresenta più di metà dell’occupazione del settore in Valle d’Aosta (gli addetti dell’artigianato sono l’84,5% del comparto), in Liguria (68,7%), Trentino-Alto Adige (65,8%), Sicilia (65,6%), Piemonte (62,2%), Sardegna (61,8%), Calabria (58,6%) e Toscana (53,4%).

Nel 2019 l’Italia, con vendite all’estero per 11,8 miliardi di euro, è il terzo esportatore dell’Unione europea di prodotti del legno-arredo, dietro alla Germania (17,8 miliardi di euro) e Polonia (15,4 miliardi di euro). Nel dettaglio l’Italia sale al secondo posto, dietro alla Germania, per esportazioni di mobili per ufficio e negozi e di mobili per cucina; l’Italia è sempre al secondo posto, ma questa volta dietro alla Polonia, per vendite all’estero di mobili per arredo domestico, sedie, poltrone e divani, ecc. (Ateco 2007 C3109).

I primi dieci territori provinciali per indice di specializzazione produttiva dell’artigianato del legno-arredo sono Monza Brianza, Como, Udine, Pesaro e Urbino, Bolzano, Pordenone, Sondrio, Belluno, Trento e Treviso.

Quanto ha influito il lockdown sulla filiera?

La crisi Covid-19 ha inferto un duro colpo al comparto del legno-arredo, indebolendo sia la domanda interna che quella estera. Sulla base dell’ultima survey di giugno ‘Effetti del coronavirus sulle MPI’, le micro-piccole imprese del legno-arredo ad aprile hanno perso il 72,2% del fatturato, mentre a maggio la flessione, pur sempre pesante, si attenua (-41,8%).

Nel bimestre marzo-aprile 2020 le esportazioni del legno-arredo registrano una caduta del 46,3% (pari a quasi 1 miliardo di euro in meno di vendite), che porta nei primi quattro mesi dell’anno ad una caduta delle esportazioni del 24,1%, un'intensità doppia del calo del 12,1% registrata dal totale del manifatturiero.

Sul fronte della domanda interna, nel trimestre marzo-maggio 2020, le vendite al dettaglio di mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa si dimezzano (-53,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo decisamente più marcato rispetto a quello registrato dalla media dei prodotti non alimentari (-36,5%).