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Modifiche al Codice Appalti, il ‘no’ dell’Ance

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“Chiediamo da tempo semplificazioni e modifiche al Codice per sbloccare le opere, non abbiamo mai chiesto e non vogliamo mani libere: rischiamo di fare un grave danno al Paese”

Pur apprezzando la decisione del Governo di procedere a una revisione del Codice, anticipando in un provvedimento le misure urgenti, alcune modifiche contenute nel decreto legge semplificazioni circolate nelle ultime ore e riportate dagli organi di stampa “non vanno nella direzione auspicata di definire un quadro normativo chiaro ed efficiente in grado di dare al Paese le opere di cui ha bisogno”, commenta il Presidente Ance, Gabriele Buia.
 
In particolare, secondo l’Ance, desta preoccupazione l’ipotesi di elevare la soglia delle procedure negoziate senza bando a 2,5 milioni, fascia nella quale è compreso oltre il 90% dei bandi di gara, che verrebbe così di fatto sottratto a meccanismi di concorrenza e trasparenza del mercato.

Anche l’estensione del massimo ribasso fino alla soglia comunitaria è una scelta che va nella direzione opposta rispetto all’esigenza di garantire la realizzazione delle opere in qualità, con costi e tempi adeguati.

Per non parlare della possibilità, prevista nella bozza, di esaminare l’offerta economica senza aver prima verificato se il concorrente abbia i requisiti per eseguire l’opera. Il rischio è di prestare il fianco a potenziali turbative nell'aggiudicazione della gara.
 
“Chiediamo da tempo semplificazioni e modifiche al Codice per sbloccare le opere, non abbiamo mai chiesto e non vogliamo mani libere: rischiamo di fare un grave danno al Paese”, sottolinea Buia, che ricorda che l’Ance ha proposto da tempo poche regole e certe.

L’auspicio è che il Governo faccia un’ulteriore riflessione sull’individuazione dei cambiamenti che servono per far ripartire realmente il Paese.