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Molecole organiche “fotovoltaiche”?

Energie rinnovabili di
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Ibm e Università di Harvard chiedono aiuto di chiunque abbia un computer, grazie al sistema di calcolo Wcg (World community grid)

Un nuovo progetto è all’orizzonte nel campo delle energie rinnovabili: scoprire e isolare nuove molecole organiche che combinate tra loro possano convertire la luce in elettricità in maniera più efficace e meno costosa di quanto non riescano a fare le attuali celle solari basate sul silicio.

Ibm e l’Università di Harvard stanno collaborando per mettere in atto questa idea, che necessita l’analisi di migliaia di materiali organici, individuando quelli più adatti alla creazione di celle fotovoltaiche di nuova generazione.

Per ridurre i tempi, si pensa di avvalersi del Wcg (World community grid), il sistema di calcolo distribuito che sfrutta il tempo di inattività di milioni di computer in tutto il mondo e che ha già ottenuto risultati importanti in campo medico.Grazie alla collaborazione dei milioni di utenti che scaricheranno il software dal sito internet del Wcg (worldcommunitygrid.org), potrebbero essere necessari solo due anni per l’analisi.

Joe Jasinski, responsabile Ibm per gli studi computazionali nella biologia molecolare, invita tutti a dare una mano: “Per chiunque abbia un computer, questa è una buona opportunità per far qualcosa di buono per il mondo”.