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Paesaggio: il Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi detta le linee guida

Lavori pubblici di
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Annunciate dal Ministro la definizione dei principi fondamentali del governo del territorio, finalizzati al recupero delle città, e l'adozione dei piani paesaggistici


Presso la Commissione Territorio e Ambiente del Senato, si sono svolte le Comunicazioni del Ministro Ornaghi sugli orientamenti e gli indirizzi del Governo in materia di tutela del paesaggio.
 
Il Ministro ha sottolineato l`importanza del ``suolo``, quale elemento essenziale del territorio rilevante nelle sue componenti naturalistiche e di derivazione antropica. Al riguardo, ha evidenziato che le superfici artificiali sono aumentate, in Italia, tra il 1956 ed il 2001, del 500 per cento, ``in molte parti del nostro territorio, a fronte di un decremento demografico, si e` paradossalmente verificato un incremento delle superfici urbanizzate.

Le cause del fenomeno sono molteplici e complesse: oltre a motivazioni economiche - i cosiddetti investimenti nel mattone - vi sono anche ragioni legate alle esigenze finanziarie degli Enti locali, che sempre piu` spesso utilizzano l`edificabilita` dei suoli come strumento di politica di bilancio``.
 
Si e` poi soffermato sulle problematiche connesse al vigente regime degli indennizzi delle espropriazioni per opere di pubblica utilita`, rilevando come il sistema vigente sembri favorire il consumo di territorio agricolo ``poiche` riconosce il prezzo di mercato per i suoli edificabili o edificati e concede uno sconto, anche piu` del 40 per cento, nel caso di suoli agricoli``. Ha, quindi, fatto presente la necessita` di affrontare la limitazione del consumo del suolo che rappresenta un elemento di rischio consistente per il paesaggio italiano.

In tale ambito ha, altresi`, espresso il rifiuto del metodo dei condoni edilizi, ``rilevando che tale approccio non va inteso come ostacolo per le attivita` delle imprese edili le quali, si sono dimostrate attente, anche nell`ambito delle associazioni rappresentative di categoria, ad agire sul recupero delle periferie degradate e delle vaste aree industriali dismesse e sul miglioramento dell`efficienza energetica del patrimonio edilizio degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso``.
 
E` passato, quindi, al illustrare le azioni del Ministero, la prima azione sara` quella di dare massimo impulso al processo di emanazione dei nuovi piani paesaggistici previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Si tratta, infatti, di un`attivita` gia` avviata dal Ministero ed ormai ad uno stato abbastanza avanzato. In questa prospettiva si cerchera` di estendere la pianificazione paesaggistica all`intero territorio regionale, piuttosto che limitarla solo ai beni direttamente soggetti a vincolo paesaggistico.

Il piano paesaggistico - come rilevato dal Ministro - e` destinato ad essere uno strumento di pianificazione di area vasta in grado di dettare quanto meno le invarianti dei processi di trasformazione e di canalizzarle verso le aree gia` urbanizzate o comunque artificiali da recuperare e riqualificare, preservando i suoli agricoli ed i paesaggi di maggior pregio. I nuovi piani paesaggistici dovranno dettare specifiche prescrizioni d`uso relative alle aree vincolate determinando cosi` una rivoluzione copernicana nell`attivita` di tutela del paesaggio e riducendo la conflittualita` istituzionale che spesso si registra tra le Amministrazioni locali e gli organi del Ministero nella gestione dei vincoli paesaggistici.
 
Il Ministro ha, poi, ricordato che con i nuovi piani entrera` in vigore la semplificazione introdotta dal decreto-legge 70/2011, in base alla quale, al verificarsi di specifiche condizioni, il parere della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici sara` obbligatorio ma non vincolante e si considerera` comunque favorevole decorso il termine di 90 giorni.

Un`ulteriore azione riguardera` - con la necessaria intesa del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - la promozione di un`iniziativa legislativa che fissi alcuni principi fondamentali in materia di governo del territorio e che favorisca la riqualificazione dei centri urbani e delle periferie.

Il Ministro ha, infatti, sottolineato che ``la legge urbanistica (legge n. 1150 del 1942) e` ormai obsoleta e che, con il concerto degli attori istituzionali e degli altri soggetti anche portatori di interessi diffusi, dovra` essere rinnovata affrontando realta` complesse e diversificate al fine di contenere al massimo il consumo di suolo e di canalizzare le attivita` edificatorie verso il rinnovamento e la riqualificazione delle citta```.

A tal proposito, ha ricordato che il Governo ha proceduto ad emanare le disposizioni di cui all`articolo 5, commi da 9 a 14, del decreto-legge 70/2011, che prevedono la necessaria approvazione da parte delle Regioni di leggi finalizzate alla razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, alla riqualificazione di aree urbane degradate, nonche` di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione ovvero da rilocalizzare; e che le leggi regionali potranno prevedere anche il riconoscimento di una volumetria aggiuntiva come misura premiale, la delocalizzazione di tali volumetrie in aree diverse, l`ammissibilita` di modifiche delle destinazioni d`uso, nonche` di modifiche della sagoma necessarie all`armonizzazione architettonica con gli edifici esistenti.