È condotta da una star dell’architettura l’ultima conferenza nell’ambito del Progetto Diploma dell’Accademia di Mendrisio. Sarà infatti Mario Botta, conosciutissimo anche a “casa nostra” per il progetto di riqualificazione dell’area delle Fnm a Busto Arsizio, a parlare di una nuova centralità urbana in piazza della Repubblica.
Sarà interessante osservare come l’architetto ticinese, fondatore con Aurelio Galfetti dell’Accademia e direttore dell’Anno di diploma, interpreta quest’area cittadina al centro, questo sì, di vicende alterne. La realizzazione del posteggio sotterraneo, il Teatro Apollonio, il centro commerciale da un lato e la Caserma Garibaldi dall’altro, il recupero completo e la fruizione da parte dei varesini di questa piazza monumentale, che ancora mostra la pesante impronta dell’architettura imperante nel periodo fascista, tarda a realizzarsi.
Nonostante i numerosi tentativi di ridisegnare la vecchia sede del mercato cittadino, nonostante le gradinate, le aiuole, l’edera e gli eventi di richiamo, neppure le sculture di Gio Pomodoro sono riuscite nell’intento di instaurare un nuovo legame, un’attrattività maggiore e una fruizione diversa da parte dei varesini.
Colonizzata, per così dire, da gruppi di persone di varia provenienza, da qualche anno a questa parte è percepita come luogo emblematico per quanto concerne il problema della sicurezza.
Compito non facile, quindi, per gli studenti dell’Atelier che deve sviluppare i progetti per quest’area cittadina. L’architetto, ancora una volta, dovrà rapportarsi non soltanto all’aspetto estetico/funzionale, bensì creare nuovi “genius loci”, nuovi modi di percepire il luogo, l’ambiente. In sintesi, creare vita e dare nuova linfa ad una piazza che sembra languire in una sorta di “non tempo” e di “non luogo”.