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Ponte sullo Stretto: opera indispensabile o grande bluff?

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Ponte sullo Stretto: opera indispensabile o grande bluff?
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Legambiente: “il Ponte sullo Stretto di Messina per collegare più velocemente Calabria e Sicilia è solo un grande abbaglio”. Andiamo a scoprire perché

Il Governo Meloni, con il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha dato una decisa accelerata alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, giudicandolo come un’infrastruttura indispensabile. Ma c’è chi non è d’accordo. Riportiamo il comunicato di Legambiente su questo tema.

“Realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina per collegare più velocemente Calabria e Sicilia è solo un grande abbaglio. Abbiamo descritto i principali nodi della questione e le false verità in un nostro apposito report.

Per risolvere i problemi di mobilità del Mezzogiorno, per l’ennesima volta nella storia del Paese, si discute della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, una cattedrale nel deserto utile solo a sperperare altri soldi pubblici, oltre al miliardo di euro che fino ad oggi sono costati studi, consulenze e stipendi della Società Stretto di Messina.

La retorica di questa 'grande opera' per collegare più velocemente Calabria e Sicilia (dove oggi per arrivare da Trapani a Ragusa si impiegano 13 ore e 14 minuti, cambiando quattro treni regionali) di fatto ha distolto l’attenzione dalle vere priorità su cui si dovrebbe lavorare.

Ci sono, infatti, tantissimi investimenti e opere pubbliche da fare nel settore dei trasporti, meno visibili mediaticamente del Ponte sullo Stretto di Messina, ma molto più utili alla collettività e all’economia del nostro Paese, a partire dai territori direttamente interessati”.

Quali sono le reali priorità secondo Legambiente?

“Quello che è sempre mancato è un progetto per rendere più semplice la vita e gli spostamenti tra Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Tremestieri, per i pendolari, i cittadini e i tanti turisti, con servizi integrati e coincidenze per ridurre i tempi di spostamento. Attualmente in Calabria il 70% dei km ferroviari è a binario unico, in Sicilia l’85%.

Prima di tutto occorre migliorare il trasporto su ferro per collegare meglio le due regioni con il resto della Penisola; migliorare quello via nave con l’acquisto dei traghetti Ro-Ro (Roll-on/Roll-off) e convertire le flotte attuali in traghetti elettrici, replicando anche quelle esperienze virtuose sull’utilizzo dei traghetti elettrici che arrivano dall’estero; rendere più efficienti i servizi coordinando l’offerta dei diversi servizi per semplificare gli spostamenti e gli scambi tra treni, autobus locali e regionali, traghetti; integrare tariffe e biglietti dei vari gestori, migliorando l’offerta di viaggio per i pendolari con costi minimi per le casse pubbliche. Solo così in Sicilia e Calabria si potranno far spostare persone e merci in modo civile e da Paese moderno”.