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Professionisti: il sit-in dei giovani a Montecitorio. Vediamo cosa chiedono

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Professionisti: il sit-in dei giovani a Montecitorio. Vediamo cosa chiedono
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Il loro lavoro contribuisce in maniera notevole al Pil nazionale ma si sentono trascurati dalla politica, non adeguatamente sostenuti in un momento di crisi come questo

I giovani hanno un ruolo chiave nell’evoluzione della nostra società. È così anche nel mondo del lavoro. Lo sanno bene le associazioni che rappresentano i giovani professionisti italiani che hanno dato vita, davanti a Montecitorio, a un “sit-in di proposta”. Parliamo diingegneri e architetti, geometri e periti industriali, avvocati e notai, consulenti del lavoro e assistenti sociali. Hanno meno di 40 anni e rappresentano circa 1 dei 2,3 milioni di professionisti italiani.

Il loro lavoro contribuisce in maniera notevole al Pil nazionale, ma si sentono trascurati dalla politica, non adeguatamente sostenuti in un momento di crisi come questo che li ha colpiti duramente, al pari ti tutte le altre categorie produttive.

Quali motivazioni dietro alla protesta?

Lo scopo del sit-in era quello di consegnare al Governo e al Parlamento il “Manifesto delle associazioni dei giovani professionisti” contenente poche e precise richieste, nel solco del Manifesto delle Professioni per la nascita del Paese, presentato dai Consigli Nazionali nella manifestazione del 2 giugno u.s.

I giovani professionisti chiedono innanzitutto di non essere discriminati quando si tratta di riconoscere misure di sostegno economico alle imprese in difficoltà (leggi soprattutto il contributo a fondo perduto). Chiedono, inoltre, di essere ascoltati in merito alla complessità normativa e le criticità operative delle iniziative intraprese dal Governo. Infine, si aspettano di essere tenuti in considerazione dallo Stato per quello che sono, ossia una risorsa per la crescita e il futuro del Paese su cui bisogna investire.

L’iniziativa dei giovani professionisti si è avvalsa, tra gli altri, del contributo del Network Giovani Ingegneri del CNI, che, per l’occasione, ha elaborato una serie di proposte che si sposano con quelle avanzate nel Manifesto presentato oggi:

- assegnazione agevolata da parte della committenza pubblica sotto soglia e privata a Studi professionali qualificati che abbiano al proprio interno in regime di dipendenza, in associazione e/o collaborazione ingegneri under 40;

- voucher formativi individualidestinati ai professionisti iscritti agli albi e collegi professionali;

- applicare i principi dell’Equo compenso a tutti i committenti pubblici e privati;

- estendere l’applicazione del disciplinare di incarico ai rapporti di collaborazione tra professionisti;

- certezza dei pagamenti, legando ogni atto pubblico derivato dal lavoro di un professionista iscritto ad ordini o collegi, alla conferma del pagamento della parcella;

- agevolazione Start-UP Inarcassa.