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Recovery Fund: dove investire? Risponde Confartigianato

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Recovery Fund: dove investire? Risponde Confartigianato
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Il Segretario generale Cesare Fumagalli è intervenuto in audizione alla Camera sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund

Come impiegare il Recovery Fund, ovvero le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per contrastare gli effetti della pandemia sull’economia italiana? Leggiamo la proposta di Confartigianato.

“Abbiamo la straordinaria occasione di utilizzare i fondi europei per fare leva sui punti di forza del Paese. E il sistema produttivo italiano, fatto di piccole imprese diffuse sul territorio, è un vero punto di forza, dotato di sostenibilità economica, sociale e ambientale. L’artigianato e le piccole imprese ci hanno consentito di rimanere il secondo Paese manifatturiero d’Europa e mantenerci leader a livello mondiale nei settori di punta del made in Italy (moda, agroalimentare, meccanica, legno-arredo)”. La dichiarazione è del Segretario Generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, intervenuto in collegamento web all’audizione della Commissione Attività Produttive della Camera sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.

Secondo Fumagalli, va colta l’occasione per consolidare e irrobustire le nostre imprese anche con una nuova Legge quadro dell’artigianato che si ispiri al modello europeo per il numero degli addetti e per rafforzarne la patrimonializzazione.

Le altre priorità su cui investire

Fumagalli ha poi richiamato la necessità di destinare le risorse europee a investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, delle merci e delle informazioni, nella formazione delle competenze e in innovazione digitale con la conferma di Impresa 4.0, in un grande piano strategico di rilancio delle piccole opere da rendere immediatamente cantierabili e di riqualificazione green del patrimonio immobiliare, anche rendendo strutturali gli incentivi fiscali del superbonus 110%.

Tra le priorità indicate da Confartigianato la semplificazione normativa e burocratica, attuando finalmente le norme che consentono di liberare le imprese da adempimenti e costi inutili. “Le riforme finora proposte - ha detto - non hanno avuto successo perché vincolate a tre condizioni: invarianza delle procedure, costo zero, invarianza delle competenze dei diversi soggetti istituzionali ai diversi livelli di governo. Così non si può fare”.