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Rinnovabili: a che punto siamo con gli obiettivi al 2030?

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Rinnovabili: a che punto siamo con gli obiettivi al 2030?
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Il Coordinamento Free fornisce la risposta e presenta le sue proposte per dare un’accelerazione allo sviluppo delle energie rinnovabili nel nostro Paese

Sulle energie rinnovabili si gioca una partita chiave della lotta ai cambiamenti climatici e della salvaguardia del nostro Pianeta. I prossimi 10 anni saranno cruciali. Gli obiettivi europei ci indicano la strada da seguire. Ma a che punto siamo in Italia? Ne parla il Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica).

Non ci siamo - afferma il presidente Livio De Santoli -. Tra il 2021 e il 2030 sono necessari 7,5 GW/anno di rinnovabili, ma ora arriviamo a malapena a 0,8 GW. Il ritardo medio delle procedure autorizzative in Italia è di sei anni rispetto ai due stabilito dall’Europa. Troppo lenti. Per questo motivo il Coordinamento FREE ha realizzato una serie di emendamenti alla proposta di decreto ‘semplificazione’ che sono stati presentati ai deputati della Commissione competente e al ministro della Transizione Ecologica Cingolani”.

Cos’è necessario fare per imprimere una svolta?

Sono indispensabili importanti interventi sul fronte del permitting, tra i quali, la riduzione dei termini dei procedimenti autorizzativi, la piena digitalizzazione delle procedure amministrative, la previsione di semplificazioni/esenzioni dalla VIA per progetti realizzati in aree particolarmente vocate («Aree idonee»), mentre è necessario un maggior coordinamento tra le istituzioni centrali e le amministrazioni regionali/provinciali/locali.

In merito al dibattito pubblico per FREE è necessario che la normativa sul Dibattito pubblico (DPCM 76/2018, Allegato 1) e sull’Inchiesta pubblica (articolo 24.bis, Decreto Legislativo 152/2016), sia modificata affinchè l’intervento normativo porti a introdurre l’inchiesta pubblica per i progetti sottoposti a procedura di valutazione ambientale nazionale o anche su scala regionale. E per coinvolgere maggiormente i cittadini deve essere implementato sistematicamente il crowdfunding, come dimostrano alcune esperienze fatte in Italia.

Deve essere costituito un fondo di garanzia per l’efficientamento delle abitazioni, magari come ampliamento del fondo nazionale per l’efficienza energetica (strumento ora poco utilizzato), presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il credito a tasso agevolato alle famiglie e le imprese che realizzano gli interventi, perché le famiglie a basso reddito hanno difficoltà a trovare mutui e prestiti per realizzare gli interventi d’efficienza energetica.

Per quanto riguarda l‘autoconsumo collettivo, dati i vantaggi economici garantiti dall’art. 42-bis del Decreto Milleproroghe 2020, che ha previsto un recepimento anticipato, ma semplificato delle disposizioni della RED II, il Coordinamento FREE chiede che ne sia prolungata la validità fino al varo delle norme attuative della Direttiva RED II.

In materia di Comunità di energia rinnovabile (CER) secondo il Coordinamento è necessaria l’estensione dell’allacciamento alla media tensione per includere nelle CER le aziende dotate di connessioni MT, consentire l’utilizzo di altre fonti rinnovabili oltre al fotovoltaico e nei centri abitati rendere possibile CER più omogenee, organizzate per quartieri o interi comuni di piccole dimensioni. Infine è necessario che sia garantita la proprietà dei dati di produzione e consumo che dovranno  rimanere di esclusiva proprietà delle CER. È necessario che siano previsti fondi, regionali e nazionali, a disposizione delle CER, da utilizzare esclusivamente a beneficio di soggetti deboli e in condizioni di povertà energetica e che le collettività possano essere coinvolte nei processi di repowering di impianti a fonti rinnovabili.

“Le nostre proposte ora sono in mano alla politica - conclude De Santoli -, che non ha più alibi visto che molte sono a costo zero per la Pubblica Amministrazione”.